Il Toro fa tremare l'Inter e tiene a «galla» i cugini

Che fa sorgere una domanda spontanea ance allo stesso Mourinho. «Se abbiamo giocato così bene negli ultimi trenta minuti - si chiede Mou -, perché non l'abbiamo fatto nei primi trenta?». Non c'è bisogno di essere uno Special one per chiederselo, semmai sarebbe proprio lui a dover rispondere all'interrogativo. Perché il primo tempo dei nerazzurri proprio non si è capito. Molle, lento, senza carattere. Basti pensare che il sinistro centrale di Ibrahimiovic al venticinquesimo è il primo tiro in porta di una partita che a dir poco fa fatica a decollare. La prima vera occasione da gol invece arriva addirittura dieci minuti dopo, con Cruz che di testa su calcio d'angolo di Maicon costringe Sereni al primo miracolo del suo intenso pomeriggio per deviare in angolo una palla angolatissima. Stankovic è ko già dopo 40 minuti, entra Figo ma l'Inter non guadagna certo in dinamismo. Anzi. A far finire la noia del primo tempo ci deve pensare il Torino. Al secondo minuto cross di un attivissimo Abate dalla destra, Cordoba lascia due metri a Rolando Bianchi in area, che non sarà più quello di Reggio ma di testa prende in controtempo Julio Cesar per il vantaggio granata. E allora l'Inter è costretta a svegliarsi. Per forza, quasi controvoglia. Cordoba di testa chiama Sereni a un altro miracolo. I nerazzurri rischiano anche un po' ma spingono, finalmente. Al decimo un netto fallo di mano in area di Abate non viene punito col rigore. Mourinho va fuori di testa ma si calma nel giro di sessanta secondi, quando Sereni commette l'unico, pesantissimo, errore della sua grande prestazione con un'uscita davvero fuori tempo. La palla colpisce la testa di Burdisso in grande elevazione e il pari è cosa fatta. Abate a destra è una minaccia costante, ma di lì in poi c'è solo l'Inter. Ci prova con Maicon da fuori, poi con Crespo e Ibra, ma due pali non fanno un gol. Il vero match point nerazzurro poi capita però sui piedi più sbagliati, quelli di Quaresma. Liberato da Figo in area, completamente solo, la manda in curva. Omaggio che il pubblico non gradisce affatto. Mourinho vede un bicchiere mezzo pieno, e prende tempo. «Vediamo alla fine se è un punto buono: pareggiare in casa non è un risultato che mi piace, ma lo accetto». Difficile fare altrimenti, peraltro. Il campionato rimane in discesa, per ora. Certo che se si pensa al Manchester la paura aumenta.