Lazio, una domenica bestiale

Per carità, se la Lazio ha perso non è colpa dell'arbitro ma Banti di Livorno. oltre ad aver negato due rigori netti ai laziali. ha anche permesso il gioco duro dei napoletani e una serie di perdite di tempo nel finale che non si vedevano da anni Sessanta. Quindi, Lazio in crisi, non di gioco ma di gol visto che nelle ultime tre partite ha segnato solo due reti (inzaghi e Rocchi) rispetto alle tredici iniziali nelle prime cinque uscite. Tant'è, non è facile mandare giù il boccone amaro della seconda sconfitta consecutiva. A Bologna i biancocelesti non erano mai scesi in campo, contro il Napoli hanno dominato il primo tempo, hanno fallito quattro occasioni solari e hanno concesso per tutto il primo tempo un tiro a Lavezzi e una punizione di Gargano finita sulla traversa. Per il resto è stato un monologo della banda di Rossi con Zarate impreciso e Mauri, il migliore in campo, capace di divorare un gol già fatto con un sinistro respinto da Iezzo. A cavallo dei due tempi due rigori negati: il primo sul finire del primo con un intervento in ritardo di Lavezzi su Radu ma Banti non si è accorto di nulla. Nella ripresa il bis con Santacroce che si disinteressa del pallone e frana su Zarate avviato verso il tiro a colpo sicuro. Poi l'azione decisiva: Lavezzi ha scherzato con i difensori laziali poi ha trovato la fortunosa sponda di Siviglia per la rete della vittoria ospite. La Lazio ha reagito ma ha sbagliato troppo sotto porta. È uscito Iezzo ma anche il neo entrato Navarro ha ipnotizzato Zarate, poi il destro di Pandev è finito sulla traversa e Inzaghi stavolta ha fallito il tap-in: la fortuna si era schierata solo da una parte e il Napoli ha potuto festeggiare la vittoria all'Olimpico che mancava da sette anni (anche in quella occasione fu fatale un clamoroso autogol di Pancaro). Banti è uscito tra i fischi e gli insulti dell'Olimpico per un arbitraggio disastroso sotto tutti i punti di vista. Ma, come detto, non è solo colpa sua. Pandev e Zarate si sono fermati da tre partite e la Lazio ha conquistato un punto in tre gare. Rossi ci ha messo del suo tardando a fare un cambio quando la squadra era andata in apnea. E non è piaciuta nemmeno la tenuta dei giocatori biancocelesti nella ripresa. In troppi hanno la lingua di fuori e non può essere solo colpa della sosta. Nell'ultima mezz'ora i laziali avevano poca benzina in corpo, c'era margine per un arrembaggio e invece l'assalto non mai stato veemente. Le occasioni ci sono state ma senza la necessaria forza fisica. Ed ecco la dolente nota: sembra che questa squadra quando si trova avversari molto forti e alti e un arbitro che tollera il gioco duro, va in difficoltà. Forse è arrivato il momento di fare qualche cambio perché c'è bisogno di più centimetri in mezzo al campo. Tra 48 ore c'è la trasferta di Verona col Chievo e non si può sbagliare per non rischiare di avvitarsi su se stessi dopo lo scintillante avvio di campionato.