Alessandro Austini a.austini@iltempo.it Spalletti chiude ...

Poi si risveglia e gli basta pensare alla classifica per tornare al profilo basso. Oggi pomeriggio la Roma a Udine cerca il riscatto dopo tre sconfitte consecutive senza segnare neanche un gol. L'ultima a Londra addirittura senza tirare in porta, ma il tecnico è convinto che bisogna ripartire dalla prestazione di mercoledì. «Cercheremo di metterci qualcosa di più - dice Spalletti - ma questo non vuole dire cancellare quello che abbiamo fatto vedere come compattezza di squadra. L'Udinese ha l'attacco della Nazionale e questo ci impone ancora maggiore attenzione». Ancora una volta è uno Spalletti cupo quello che si presenta davanti ai microfoni, ma lui stesso assicura di non aver perso gli stimoli. «Se avessi avuto la stessa sensazione provata nell'ultimo anno ad Udine, me ne sarei andato. Se sono ancora qui è perché non ho avuto quella sensazione». La medicina per ritrovare entusiasmo è sempre quella: la vittoria. «Ora - conferma Spalletti - non c'è la possibilità di fare tabelle ma abbiamo bisogno di risultati e prestazioni. Andiamo ad Udine per vincere e portare a casa i tre punti». Il ritorno di Totti può dargli una mano. «Si dice che il leader sa prendersi le responsabilità giuste proprio nei momenti più difficili e lui lo sta facendo». Poi il tecnico parla dei «convalescenti»: «Pizarro è a disposizione anche se si è allenato poco, per Juan bisogna vedere la sua reazione all'ultimo allenamento. Tonetto ha ancora dolore ma ora è il momento di fare considerazioni forti». Tradotto: bisogna pensare tutti alla Roma e poco a se stessi. C'è spazio anche per parlare dell'ultimo infortunio di Aquilani, «che sta approfondendo le ricerche per sapere se ci sono cause diverse», e una risposta a Giuly che ha criticato per l'ennesima volta dei metodi di lavoro di Spalletti. «Non vorrei che la fatica che ha fatto qui lo portasse a far male in Francia, perchè il tecnico del Psg lo sostituisce sempre» la stoccata finale del tecnico.