Luigi Salomone l.salomone@iltempo.it Il mondo alla ...

Anche se per i biancocelesti pure durante l'epopea cragnottiana il San Siro rossonero è rimasto un tabù che dura in campionato dal settembre del 1989 (autorete di Maldini). Da allora solo qualche pari ma soprattutto tante sconfitte a ricordare che la tradizione conta eccome. Tant'è, stavolta la squadra di Rossi riprova con più convinzione e con la certezza di non aver niente da perdere. Certo, il sogno biancoceleste passa anche per una verifica importante come quella contro il Milan ferito e tramortito ma non annientato da un avvio in salita. E che Rossi creda all'impresa si capisce dalle sue parole: «Andiamo a Milano in un ottimo stato di forma e giocheremo contro una squadra che ha tanta voglia di riscattarsi per tornare nella parte alta della classifica. Noi, però, dobbiamo andare a San Siro con grande coraggio ed umilta. Sarà una partita tra due squadre di alto livello e sono curioso di vedere come ci comporteremo. Dobbiamo andare lì per giocarci le nostre possibilità, e dobbiamo stare in campo come sappiamo fare noi. Siamo in forma, siamo nelle condizioni di giocarci la partita e di fare bene». Oltre al tabù della Lazio si unisce anche quello di Rossi che in tre anni di sua gestione non è mai riuscito a battere una grande del Nord: «Il fatto di non aver mai vinto una di queste gare forse manca alla Lazio, ma non a me. Per il Milan è sicuramente un momento particolare visto che nessuno si sarebbe aspettato una partenza così. Però hanno tanti campioni che nel momento di difficoltà vorranno far vedere l'orgoglio». Si sforza di predicare umiltà senza dare obiettivi alla squadra: «Dobbiamo giocare partita dopo partita. La classifica conta alla fine del campionato. Abbiamo una squadra che secondo me può giocarsela tranquillamente con tutti». Anche il presidente Lotito è d'accordo con il suo allenatore: «Non è Davide contro Golia: è una partita importante perchè ci scontriamo contro una squadra stellare, la prima al mondo per tutti i trofei vinti, ma noi abbiamo voglia di confermare i nostri valori. Ci confrontiamo con una squadra che ha tre Palloni d'oro in rosa, sulla carta è una squadra fortissima. Zarate? È una scelta tecnica, sapevo quanto valeva. È veloce, sa usare entrambi i piedi e può integrarsi sia con Pandev che con Rocchi». Stavoltà, però, dovranno bastare i primi due. A sostenere la Lazio almeno 4.000 tifosi per ribadire che l'ambiente biancoceleste vuole continuare a sognare.