Alessandro Austini a.austini@iltempo.it La statistica parla ...

Tutte molto belle, per carità, ma decisamente poche per uno che di mestiere fa il centravanti. O, nella peggiore delle ipotesi, l'attaccante esterno. E se fino allo scorso anno si poteva obiettare che Spalletti lo utilizzasse col contagocce, spesso a partita iniziata, l'attenuante non vale per questa stagione. In campionato ha giocato diciannove volte, di cui tredici dall'inizio. Risultato? Due gol. Veniamo ai minuti. 1.214 quelli di Vucinic in campo contro i 1.264 di Totti che, con appena cinquanta giri d'orologio in più a disposizione e una forma quasi sempre scadente, è andato a segno dieci volte. Numeri che bastano e avanzano a capire le scelte di Spalletti. Ma domani è un altro giorno. All'Olimpico arriva la Fiorentina, Mancini è squalificato (e infortunato) e per Vucinic si prospetta l'ennesima grande occasione. Troppo tardi? Forse. Perché la Roma sta già cercando un nuovo centravanti per la prossima stagione. Huntelaar il nome più gettonato, anche tra i tifosi, che però al tempo stesso non bocciano Vucinic. Ieri un sondaggio a «Rete Sport» sul futuro del montenegrino: su cento telefonate l'80% degli ascoltatori hanno chiesto la sua conferma per l'anno prossimo. «Una grande squadra si deve permettere il lusso di avere uno come lui in panchina» il pensiero diffuso tra i «promotori» di Vucinic. La società riflette da tempo. Vale la pena riscattarlo dal Lecce, rischiando di spendere altri sette milioni? Probabilmente si è già data una risposta: il gioco non vale la candela. Vucinic stesso non è più così convinto che Roma sia il posto giusto per lui. Adora la città, vive qui con la sua fidanzata «storica» di Lecce, impazzisce per Totti e l'Olimpico ma tutto questo non basta. Non sarà quindi lui a puntare i piedi a giugno: se arrivasse un'offerta allettante (Real e Manchester lo seguono con attenzione) tanti saluti e amici come prima. Ora ha tre mesi per cambiare la sua storia. A cominciare da domani in una gara da vincere per tenere a debita distanza la Fiorentina e difendere il secondo posto dalla Juve. Farlo con un suo gol non sarebbe male. Magari «brutto», così si toglierà un'altra etichetta di dosso.