Fabrizio Fabbri Con una seconda ...

Per la prima volta orfana di Ukic, messo ko da un colpo subito nella sfida di Eurolega contro il Barca, Roma s'è affidata a Giachetti, che ha saputo sostituirlo come meglio non era immaginabile. Il play livornese non s'è fatto sopraffare dall'emozione, anzi ha saputo in avvio far correre bene la squadra. E naturale è maturato il 10-6, con i punti della Virtus equamente divisi tra tutti i cinque sul parquet. Ma la Effe non s'è rassegnata al ruolo di comparsa, nonostante il 19-11, insaccato da Lorbek, che ne ha segnato il massimo distacco. Lentamente ha preso a macinare gioco, facendo valere la maggiore fisicità vicino a canestro e sfruttando i problemi di Repesa nel ruotare gli esterni. Così, sul finire del primo quarto il tecnico capitolino ha dovuto schierare Daniels nel ruolo di ala grande, accanto a due lunghi di ruolo. Il motore capitolino ha così cominciato a battere in testa e la fluidità dei primi minuti s'è andata far benedire. Anche perché Mazzon ha ordinato una zona dispari che s'è inserita nei meccanismi offensivi della Lottomatica come fastidiosi granelli di sabbia. 32-36, siglato da Lamma, ma Roma è rientrata e ha nuovamente superato (39-38) grazie a Ray. Ci hanno pensato però Mancinelli e Torres a dare la spinta con cui Bologna è andata al riposo avanti, 39-43, complice l'imprecisione dalla lunetta (5/14) della Virtus. Una tripla di Janicenoks ha segnato alla ripresa il massimo svantaggio (41-46) ma è stato anche il momento in cui Roma s'è posizionata sul blocco di partenza. Lo starter dell'accelerata è stato un immenso Allan Ray, che ha sciorinato un campionario di pallacanestro da far spellare le mani. Ma il vero capolavoro è stato compiuto in difesa. In 10' Roma ha concesso a Bologna 7 soli punti, insaccandone la bellezza di 32. 71-51 al 30', griffati da una schiacciata , piazzata a difesa schierata e sulla testa di Bagaric. Il resto è stata passerella, per una squadra conscia delle sue potenzialità in campionato. Il guanto di sfida a Siena è lanciato.