Simone Pieretti s.pieretti@iltempo.it Ha sempre creduto ...

Entrare nelle prime sedici squadre d'Europa non lo esalta più di tanto a livello personale: il mister va oltre, pensa al gruppo che fino ad oggi non lo ha mai tradito. «Negli appuntamenti importanti la squadra non è mai mancata: abbiamo sempre centrato l'obiettivo. L'approdo agli ottavi significherebbe il coronamento di tre anni di lavoro, un salto di qualità da parte di questo gruppo. La mia situazione personale non può non prescindere dai risultati della squadra: essere tra i 16 allenatori d'Europa mi interessa fino a un certo punto». Per battere l'Olympiacos servirà anche la spinta del pubblico biancoceleste che l'allenatore di Rimini chiama a raccolta nella notte più importante della stagione. «L'apporto dei nostri tifosi è fondamentale, così come lo è stato in passato: il rapporto che ognuno ha con la propria squadra è soggettivo, personale. Posso solo dire che Gabriele non avrebbe mancato questo appuntamento». Non serviranno discorsi particolari da fare alla squadra, nello stanzone degli spogliatoi: tutti conoscono l'importanza della sfida di questa notte. «Ai ragazzi chiederò di giocare da Lazio: non siamo capaci di gestire le partite. Per caratteristiche otteniamo il minimo risultato con il massimo sforzo, non abbiamo mai ottenuto il massimo spendendo il minimo: servirà cuore caldo e testa fredda contro un avversario di livello come l'Olympiacos. Loro hanno più esperienza di noi, hanno ottenuto risultati prestigiosi come il successo a Brema o il pari conquistato con il Real. Di fronte non avremo un avversario arrembante. Mi aspetto una sfida sofferta: la Lazio non otterrà mai vittorie facili, i nostri successi saranno sempre all'insegna della sofferenza». Qualsiasi sia il risultato, sarà una notte da Lazio.