Doping

Il corridore marchigiano, esattamente come Ivan Basso, paga la recrudescenza di attenzione su Operación Puerto che ha riportato al centro delle cronache i corridori italiani implicati nell'inchiesta spagnola. La quale si era praticamente chiusa con un nulla di fatto nei confronti degli atleti. Ma Basso e Scarponi non avevano fatto i conti con l'attività del procuratore antidoping del Coni, Ettore Torri, che ha approfondito le indagini ed è giunto alla squalifica di entrambi. Di Basso, dei suoi 21 mesi in parte già scontati, sappiamo tutto. Da ieri tocca anche a Scarponi anche se la sua squalifica è più lieve: 18 mesi, un anno e mezzo. Solo che siccome il marchigiano non è risultato sospeso cautelativamente nel corso del 2006 (Basso sì), i 18 mesi decorrono dallo stop di quest'anno, quindi dal 15 maggio. E così la squalifica finirà a novembre 2008, un po' dopo quella di Ivan. Il che è un po' un paradosso, visto che a Scarponi sono state riconosciute delle attenuanti: il ragazzo ha infatti collaborato, portando al deferimento di un altro tesserato (tal Alessandro Kalc, uno che allena i ragazzini, tanto per dire in che mani siamo). Nel frattempo i sette milioni di indagini in corso procedono: ieri è stato sentito al Coni Mazzoleni, coinvolto in Oil for Drug (si è dichiarato estraneo). Oggi tocca a Di Luca: dita incrociate.