L'osservatorio

Così questi primi giorni del mese il tifoso, in crisi di astinenza calcistica per comprensibile desuetudine, ha potuto dedicarsi al frenetico, ma soltanto a livello di chiacchiere, mercato invernale, che si concluderà a fine mese e che difficilmente potrà offrire un'imitazione dei botti di Capodanno, di per sé già abbastanza sgradevoli. Strombazzati grandi nomi, in quantità esigua, più consistente la ricerca di giovani talenti comunque di alta quotazione economica: e pertanto fuori dai programmi di una Roma costretta dalla Covisoc, ma in buona compagnia (salvo portafogli paterni generosi dalle parti di Milano), ad adeguarsi alla prediletta politica dei prestiti. A Trigoria è arrivato, avvilito dalla parentesi in Terra Valenciana, Francesco Tavano, che qui aveva prodotto gol in misura pesante e che ha le stesso origini calcistiche di Vincenzo Montella, emigrato a Londra. A proposito, poco felici le dichiarazioni dell'aeroplanino, volte a chiarire il fermo proposito di rientrare alla base in estate. Si pensi allo stato d'animo del tecnico del Fulham. A Tavano, Luciano Spalletti chiederà la disponibilità ad accettare quel ruolo di comprimario che Montella aveva implicitamente respinto: molta pazienza, molta dedizione al gruppo e ai suoi progetti, la consapevolezza di poter dimostrare la propria utilità al momento opportuno. In un contesto, però, profondamente diverso rispetto a quello della provincia toscana, dove una squadra votata alla salvezza gli spalancava spazi per il contropiede veloce. Ma la novità più rilevante, in casa romanista, va riferita chiaramente al proposito espresso dalle parti in causa, Spalletti e la società, di legarsi per un futuro a lunga scadenza, anche se i contratti degli allenatori non sono mai stati blindati contro gli sbalzi d'umore dei dirigenti. Ma è certamente confortante, per il popolo romanista, il proposito di Spalletti di firmare un proposito di lavoro in termini non brevi, perché il consenso del tecnico dovrebbe indicare, stando alla logica, che la Roma gli ha illustrato i piani per il futuro e che questi piani non prevedono la trappola di una dimensione modesta. E qui non si tratta di promettere un organico sontuosamente rinforzato, né di delineare obiettivi da inseguire in concorrenza con Paperone Abramovic. Personalmente, ritengo che le garanzie proposte al tecnico riguardino la conferma dei nomi più illustri: perché nessuna offerta, neanche quelle pazzesche ipotizzate in arrivo da Londra, può regalare ambizioni vere. Cedere un campione, per comprare quattro pezzi di ricambio più o meno arrugginiti, non ha mai fatto la fortuna di una squadra.