Guizzo Longo L'Italia spera

L'allievo di Fabio Scapin ha cambiato registro rispetto alla qualificazione risicata ed ha raggiunto la finale degli 800 giungendo secondo nella semifinale vinta dallo spagnolo Miguel Quesada. Da manuale la sua gara, sempre accorto con un passaggio da 52 secondi al primo giro ed un continuo incalzare la testa della corsa fino a quando non si è aperto lo spiraglio giusto che gli ha consentito di infilare la gran parte degli avversari siglando 1'47"20. «Ora mi gioco tutto — dice Andrea con la gioia addosso — domenica sarà una finale difficile ma ho dimostrato che tutto è possibile». Rivelatosi alla ribalta internazionale nel 1997, vincendo l'oro negli 800 ai Campionati Europei under 23 di Turku (Finlandia), nel 1998 dopo aver vinto la finale di Coppa Europa Super League a San Pietroburgo, è stato sempre settimo ai Campionati Europei di Budapest, in una gara che lo vedeva tra i favoriti, anche a causa di uno scontro con lo svizzero Bucher. In molti si ricorderanno la sua squalifica per scorrettezze nella finale dei Giochi Olimpici di Sidney ma quella era la stagione magica dell'1'43"74 ottenuto a Rieti sfiorando l'incredibile performance datata 1973 di Marcello Fiasconaro (tempo manuale 1'43"7, all'epoca primato mondiale sulla distanza). Quinto ai mondiali di Parigi, nel 2004 tornato alle Olimpiadi, si è fermato alle semifinali ma il 2005 è stato un anno segnato per lui da problemi di infortuni. La finale di domani può ridare il sorriso ad un atleta che lo merita. Antonietta Di Martino ha chiuso la sua finale di salto in alto al decimo posto valicando l'asticella posta a 1.92. «Mi devo un po' stabilizzare a certe misure — ha detto la portacolori delle Fiamme Gialle — avrei voluto fare meglio ma sono stata ferma tre anni e devo recuperare certi meccanismi». Brava anche la giovane Elena Meuti, dodicesima con 1.88. «Mi sarebbe piaciuto migliorare ancora — le sue parole — ma per quest'anno va bene così». Nelle semifinali dei 100 ostacoli donne Micol Cattaneo (settima nella seconda batteria in 13"38) e Margaret Macchiut (ottava nella prima seminifinale in 13"31) sono state eliminate. In mattinata le cose erano andate abbastanza bene per gli azzurri. Le note più liete sono arrivate dal getto del peso femminile, dove il terzetto azzurro ha superato brillantemente il turno. Stamattina saranno in 12 a giocarsi il titolo con Chiara Rosa che ha presentato ieri le migliori credenziali con un primo lancio iniziale di 18,05 che le ha immediatamente aperto la strada della finale: «Lo avevo detto, ero carica come una molla dopo aver fallito l'accesso alla finale dei Mondiali Indoor di Mosca per soli 7 cm. Qui non volevo farmi sfuggire l'occasione. Non faccio proclami, dico solo che domani (oggi, ndr) la finale merita di essere vistaà». Più tribolata invece la qualificazione per Assunta Legnante, che comunque ha ottenuto l'ottava misura con 17,64, e per Cristiana Checchi, 11esima con 17,48, ma d'altronde anche due russe su tre sono dovute ricorrere al ripescaggio. Bene anche Andrea Giaconi che ha conquistato l'accesso alla semifinale odierna dei 110hs: quarto nella sua batteria, il suo 13.68 è servito per rientrare fra i 16 qualificati. Nella sua prova il portacolori delle Fiamme Gialle ha dato dimostrazione di avere margini di miglioramento soprattutto in partenza. Fuori invece Emanuele Abate, lontano dai suoi standard con 14.04. Con una prestazione maiuscola nei 1500 femminili Eleonora Berlanda, pur eliminata, con 4'08"81 ha migliorato il suo stagionale stabilendo la miglior prestazione italiana 2006. Elisa Cusma invece si è ritirata pagando la stanchezza dei turni degli 800. Infine una brutta notizia dalle prove multiple. Il decathleta azzurro William Frullani è stato costretto al ritiro a causa del riemergere del dolore al tendine d'Achille destro già operato (così come il sinistro) in passato. Frullani ha ceduto dopo il lancio del disco, quando si trovava in decima posizione: niente salto con l'asta