«Partiamo alla pari»

Stasera al delle Alpi la sfida di sempre contro la Juventus del «fuggitivo» Capello. Sfida dai sapori antichi, che ricorda partite d'altri tempo, ma che per la Roma anche quest'anno rischia di avere un importanza particolare. Poi, domenica prossima lo scontro diretto contro la Fiorentina che probabilmente stabilirà chi tra Spalletti e Prandelli i prossimo anno giocherà la Champions League. Ma Spalletti, è noto, ama fare un passo alla volta e resta concentrato sulla sfida di Torino. Una partita che non vuole perdere per una serie infinita di motivi: non ultimo l'atteggiamento di Capello che continua a lanciar missili verso una capitale che ha invece adottato il tecnico toscano. La Roma arriva al Delle Alpi con assenze pesanti, ma Spalletti non cerca scusanti e vuole una squadra che giochi la gara a viso aperto. «Non ci manca nessuno, saremo in diciotto, e tutti molto motivati. Ci giocheremo la partita ad armi pari. Non voglio piangermi addosso e chi è tifoso della Roma deve pensare in altro modo e sono stati proprio i comportamenti dei giocatori ad evidenziare questo». Così, avanti senza paura: «La Roma le partite le ha sempre fatte, magari ha sbagliato qualcosa, ma ha sempre messo in campo l'umiltà, il sacrificio e la combattività e farà lo stesso anche a Torino. Certo, poi bisognerà anche saper riconoscere il momento importante della partita. In questa gara c'è in ballo tanto». Ma gli stimoli non saranno solo per i giallorossi, perché Capello, dopo l'umiliante eliminazione dalla Coppa Italia, se l'è legata al dito e a prendere un altro schiaffone non sembra molto disposto. «La posta in palio diventa stimolante per entrambe le squadre e questo per loro sarà un risultato fondamentale sia per l'entusiasmo della squadra che per il futuro del club. La Juve ha un vantaggio dal punto di vista fisico ma noi abbiamo gli stessi vantaggi da altre parti. La gara di Coppa Italia? Difficile riuscire a ricreare gli stessi presupposti visti in passato. Noi cercheremo come sempre la nostra strada». E proprio su quella vittoria ci fu il timbro, indelebile del brasiliano Mancini, uno di quelli che in questo ultimo periodo (vedi Palermo) invece sta mancando alla Roma. «Può fare di più — spiga Spalletti — di quello che ha fatto vedere a Palermo. Mi aspetto molto da lui e sono convinto che farà una grande partita perché Mancini è il primo ad essere dispiaciuto». E non provate a parlare di Mancini alla Juve, perché il tecnico toscano non ammette repliche. «Ribadisco l'incedibilità di Mancini. Marchionni? I giocatori che vogliamo noi ce li scegliamo e non andiamo a prendere quelli che gli altri non vogliono». Deciso anche sui portieri, proprio nel giorno in cui ritrova il titolare Doni. «A me andrebbe superbene ripartire l'anno prossimo con Doni e Curci». Vincere stasera a Torino per la Roma vorrebbe dire poter andare a giocare la sfida diretta contro la Fiorrentina con tutt'altra testa... e magari con un De Rossi in più. «La speranza c'è — chiude il tecnico — va molto meglio: ma resta decisivo l'atteggiamento di tutta la squadra».