Il brasiliano guida la Roma a Middlesbrough nell'andata degli ottavi di coppa Uefa

È sintetizzato in questa battuta, prima di tornare in albergo dopo la conferenza stampa di rito, il pensiero di Spalletti sulle condizioni del campo di gioco dove domani sera la Roma giocherà il match di andata degli ottavi di finale di coppa Uefa contro il Middlesbrough (diretta Rai 3 ore 21). Il tecnico giallorosso, dopo il sopralluogo al Riverside Stadium, attrazione locale e attorno al quale è nata e cresciuta la cittadina del Cleaveland, è tutt'altro che sereno. «Pensavo di trovare un campo migliore — attacca il toscano visibilmente perplesso — verrà fuori una partita molto più fisica che tecnica. Il Middlesbrough magari ci è abituato, anche se per il gioco che fanno non credo sarà un vantaggio nemmeno per loro. E' vero però che hanno Hasselbaink e Yakubu, che dal punto di vista fisico sono molto potenti». Spalletti è arrivato a uno degli inevitabili crocevia della stagione, di quelli che ti mettono di fronte a una scelta. In realtà sia nella sua testa che in quella dell'intero gruppo giallorosso la scelta è fatta: il primo obiettivo è la qualificazione in Champions League. Il che vuol dire che per la Roma conterà più il campionato di tutto il resto: anche se nessuno, al momento, vuole mollare nulla. E il tecnico conferma: «Ora la competizione è a un livello dove ci interessa ancora di più perché, da qui in avanti, possiamo trovare qualche vantaggio a passare il turno. Poi, è vero che qualche partita in più la porterà, ma diventa stimolante venire a giocare queste gare. Noi non snobbiamo nulla, e siamo sicuri di avere la possibilità di poter fare dei cambi». Ma la partita di stasera nasconde non poche insidie per la Roma. I giallorossi non hanno ancora smaltito le tossine del pareggio con l'Inter che ha interrotto la striscia dei successi dei capitolini. E la tradizione romanista con le squadre inglesi non fa ben sperare. Ci sarà Mancini nel ruolo di centravanti a guidare l'assalto al Middlesbrough. «È una gara insidiosa perché loro attraversano un buon momento — spiega il tecnico giallorosso — stanno bene e hanno rimesso a posto diverse cose. Erano partiti male, ma ultimamente hanno ottenuto risultati importantissimi (3-0 contro il Chelsea tanto per citarne uno), recuperato giocatori forti. Ora sono a mille, ma anche noi arriviamo da un periodo positivo e siamo sicuri di poter fare una buona prestazione. I precedenti poi lasciano il tempo che trovano. Il pari con l'Inter? C'è stata un pò di amarezza nel ritrovarsi il lunedì a Trigoria ed era visibile sulle facce dei ragazzi. Soprattutto perché è mancata la vittoria per pochi minuti. Però poi abbiamo parlato e ho visto che si sono resi conto del fatto che poteva e doveva pur capitare prima o poi. Ho visto la stessa voglia ed entusiasmo negli allenamenti e non credo che ci saranno contraccolpi psicologici, perché resta un gran risultato». Inutile provare a chiedergli qualcosa riguardo la formazione. «Decideremo domani mattina (oggi, ndr) perché quando si gioca ogni tre giorni non c'è tempo per smaltire. Taddei non si è allenato, Perrotta sta bene e Tommasi è recuperato. Turn-over? Vedremo, questa squadra ha già dimostrato di essere un gruppo di gente seria che lavora ed è riuscita a sopperire anche all'assenza di Totti». Tommasi si associa alle parole del tecnico sul discorso del dopo-Inter. «Ha pesato, è indubbio, soprattutto per come è arrivato. Per averlo avvicinato molto questo successo e poi alla fine è arrivato il pari. Comunque, siamo contenti per quello fatto finora e sarà uno stimolo in più perché abbiamo dimostrato le nostre potenzialità». Anche Tommasi considera il campo, disastroso sul quale si giocherà stasera, un arma a doppio taglio. Per tutti. «Ci sarà anche per gli avversari, sarà una partita faticosa, potrebbe favorire chi ha caratteristiche particolari. Ma noi siamo consapevoli del fatto che la partita durerà 180 minuti e che siamo in trasferta». Già, perché la Roma la qualificazione ai quarti se la giocherà tra sette giorn