«Lazio, vinci il derby e vai in Coppa Uefa»

«Paolo, come te la senti?». È stato più o meno questo l'incipit del confronto tra il tecnico e Paolo Di Canio prima della missione, vincente, al Franchi contro la quotata Fiorentina di Prandelli. Un colloquio sereno, pacato, per evitare inutili rischi in vista dell'atteso derby. Via libera a Pandev, con la possibilità di giocare uno scampolo in corso d'opera: questo il patto d'onore in vista della stracittadina, stretto nell'albergo toscano che ospitava il ritiro biancoceleste. In fondo c'era una diffida galeotta che pendeva sul numero nove. Il derby è iniziato così ed è proseguito sotto la Curva, a fine gara, nei festeggiamenti della squadra. «Siamo pronti per domenica», il senso del messaggio, con il numero nove capace di rispondere ai fischi dei tifosi avversari con due assist importanti e una condotta irreprensibile: quindici minuti di spessore, che hanno mandato fuori giri il forcing gigliato. La premessa migliore per i novanta minuti più attesi. Di Canio lancia la sfida: «Per me il derby è sempre super importante ma per la classifica è diventato interessantissimo perché la Roma ha conquistato il quarto posto e noi con una vittoria potremmo dirci salvi e vedere cosa accadrà nelle ultime dieci giornate. Dobbiamo dirlo però: se battiamo la Roma anche noi punteremo decisi ad un posto Uefa». La grinta dell'attaccante, dai microfoni Mediaset, irradia positività. E non c'entra l'assenza di Totti. Di Canio rinnova anzi gli auguri al giallorosso: «Mi dispiace di cuore perché i derby vorrei sempre giocarli contro la squadra al completo e lui poi è il rappresentante a 360° della tifoseria romanista. Per questo gli auguro una pronta guarigione perché è importante anche per la nazionale. Se gli ho telefonato? Non vedo il motivo per cui dovrei chiamarlo al telefono. Io e lui non siamo amici e non ci siamo mai sentiti prima d'ora. Attraverso l'informazione ho già espresso il mio pensiero». Ieri il numero nove non ha sfruttato il giorno di riposo concesso da Rossi: si è allenato a Formello, affilando le armi. Sul rinnovo si aspettano novità: il numero nove ha deciso di giocare un'altra stagione. Adesso la priorità resta l'assalto alla Roma. La Lazio ci crede e il tecnico è pronto a consegnargli le chiavi dell'attacco, da dividere con bomber Rocchi, che proprio nella mirabile trasferta di Firenze ha raggiunto la doppia cifra. Il romagnolo elogia il gruppo: «Non abbiamo solo grinta e carattere, per ottenere certi risultati ci vuole anche la qualità e la Lazio ce l'ha. Noi abbiamo qualche giocatore sopra la media». Sulla vittoria di domenica: «Non vai a vincere a Firenze se non fai una grande gara, contro una squadra molto molto forte. Io l'avevo detto però, se recuperiamo giocatori importanti possiamo fare un campionato dignitoso». Sulla Roma: «Forse quest'anno più che in passato è riuscita ad abbinare l'importanza del collettivo alla qualità dei singoli, e qui è stato bravo l'allenatore. Il derby però è una partita importante, che può sovvertire certi valori, noi speriamo di battere questa corazzata che vince da 10 partite. Io ricordo un Torino che battè la Juve, speriamo di essere noi il Torino. La Roma però è una squadra molto difficile da affrontare, molto camaleontica». Sulla contestazione: «In una grande e complessa città come è Roma, è difficile tenere isolata la squadra da certe storie», commenta Rossi. «Cosa ne penso? Penso che la Lazio ha un'azionista di maggioranza, che la società è sua. Altre situazioni non le capisco. Ma non fa certo piacere la contestazione al tuo presidente e per il bene della Lazio sarebbe giusto un chiarimento». La Curva risponde: «Sembra strano che Rossi non capisca i motivi, visto che li sanno tutti. E comunque proprio perché non li capisce dovrebbe sospendere il giudizio». E per giovedì gli Irriducibili stanno organizzando il solito bagno di folla pre-derby a Formello per caricare la squadra: i sei romani (Firmani, Giallombardo, Di Canio, Peruzzi, Bonanni e Liverani) ci credono. Capitolo-rinnovi: ieri nuovo colloqui