Diritti tv collettivi Brusca frenata

Il ministero della Salute lo scorso 5 gennaio ha varato il decreto secondo il quale l'attività di controllo sanitario antidoping viene svolta dalla Commissione per la vigilanza e il controllo sul doping. In tutto il territorio italiano, Olimpiadi di Torino comprese. Come il campionato di calcio e le altre manifestazioni organizzate in Italia. La notizia ha provocato un terremoto all'interno del Comitato olimpico internazionale che si è visto all'improvviso spazzare via tutta la sua organizzazione sui controlli antidoping, il tutto a pochi giorni da un appuntamento come le Olimpiadi di Torino. Ovviamente il Cio ha cominciato a premere sul presidente del Coni, Petrucci, il quale ha scritto una lettera al premier Berlusconi chiedendo di far ritirare il decreto firmato dal ministro Storace. Petrucci ha anche minacciato di ricorrere al Tar. La situazione è tutt'altro che definita. Il caos potrebbe regnare sovrano sui prossimi giochi. La commissione di vigilanza non troverà terreno fertile né tra gli atleti, né tra i laboratori di analisi. Il Cio farà di tutto per invalidare il provvedimento. Con il rischio che la pipì del campione olimpico non venga analizzata da nessuno. E nessuno possa prendere provvedimenti a riguardo. Che intrigo! Non c'è dunque pace per le città italiane inebriate dallo spirito olimpico. Torino alle prese con l'antidoping, Roma e Milano con i soldi da racimolare per ritentare l'avventura, dopo la brutta figura rimediata coi dossier presentati. Tra le incongruenze, oltre alle cifre messe in ballo, ritenute inadeguate, hanno lasciato perplessi i membri della commissione esaminante alcune scelte compiute da Roma, tipo le regate veliche da disputarsi nel golfo di Napoli, oppure la canoa slalom all'Isola Tiberina e le gare di canottaggio a Piediluco. Qualcuno ha anche detto che lo staff capitolino ha presentato un progetto molto simile a quello elaborato da Rutelli nel 1997, quando Roma perse contro Atene per l'assegnazione del 2004. Il tutto a nove anni di distanza, come se per qualcuno il tempo si fosse fermato. Ma torniamo alle Olimpiadi di Torino. Una buona notizia c'è: niente scioperi e 57 mila nuovi posti di lavoro. In questi tempi di crisi economica tutto fa brodo.