Se si guarda la realtà senza il velo dell'astio è una sconfitta

Anche perché una parte di questa tifoseria si sente personalmente coinvolta nel felice coronamento della vicenda, se è vero che una sorta di ottuso accanimento nei confronti del giocatore l'ha convinta di avere un peso sulle decisioni della società, da ben altri problemi orientata. ma si, rivediamo i tempi di questo trionfo, a partire dai miliardi, più di cinquanta, spesi per portare in giallorosso un giovanissimo ma già celebrato talento. Torniamo anche alle ricorrenti difficoltà di gestione del bizzarro ragazzo, superate in modo indolore soltanto da Fabio Capello, un altro del quale quegli stessi tifosi hanno solennizato la partenza, trattandolo quasi da mentecatto per aver ottenuto appena uno scudetto e due secondi posti in una città troppo abituata alla supremazia in campo nazionale e internazionale. Cassano non ha tenuto atteggiamenti irreprensibili, è vero, ma tutto ciò che ad altri è stato ampiamente perdonato non ha trovato invece, per il talento di Bari Vecchia, un minimo segno di solidarietà, a partire dal facile ostracismo di gran parte dello spogliatoio. La società, che però come sappiamo ha in mente progetti grandiosi, non si è minimamente posta in tempi utili la questione di un contratto in scadenza, al quale avrebbe dovuto rivolgere tutte le attenzioni all'indomani di un Campinato d'Europa che aveva offerto Cassano una ribalta straordinaria. E siamo all'attualità, che parla di cinque milioni di euro incassati, meno di un quinto rispetto al prezzo d'acquisto, insufficienti perfino a pagare il debito per Mexes e per la sua catena di involontarie sciagure. Se qualcuno riesce ancora a guardare la realtà senza che il velo dell'astio e dei risentimenti la offuschino, potrà facilmente stabilire un dato di fatto incontrovertibile: la Roma ha perduto, con l'addio a Cassano, il numero uno in Italia tra i giocatori di quella fascia di età. Tanto meglio per il campionato spagnolo, che sa applaudire chiunque, in campo, produca talento, indipendentemente dalla nazionalità. Dalla storia giallorossa, il Real conserva nella sua galleria di personaggi illustri i ritratti di Don Fabio Capello, di Cristian Panucci e adesso anche quello di Antonio Cassano. E magari questa città potrebbe festeggiare un giorno anche la partenza di Francesco Totti, se il capitano cominciasse a stancarsi dalle promesse e dei matrimoni con i progetti, molto meglio quello con Ilary. Del resto, hanno ragione loro: vedete che fine ha fatto quell'antipatico musone di Capello? Ha già vinto un campionato dalla Juve, il bis sembra alle porte, andrà alle porte, andrà a vincere anche altrove, a Roma era un fallito.