Antidoping, la Figc rischia di perdere il «controllo»

È stata bocciata l'idea di concedere una moratoria alla legge 376 del 2000 in vista delle Olimpiadi di Torino e si è spianata la strada per un clamoroso cambio di rotta: nel prossimo anno il ministero della Salute potrebbe togliere alla Federcalcio i controlli antidoping. La commissione per la vigilanza e il controllo in materia di doping, nonché della tutela della salute per chi fa attività sportiva, rialza la testa e prende in mano il coltello dalla parte del manico. La guerra all'abuso dei farmaci sta per riprendere. Per il momento si era fermata all'elenco delle sostanze dopanti e affini, risalente a poco più di un anno e mezzo fa, e al bollino doping sui medicinali, se usati in quantità superiore al dosaggio prescritto. Verranno intensificati anche i controlli dei Nas, soprattutto all'interno delle strutture sanitarie delle società dilettantistiche e amatoriali. Per evitare abusi e frodi ai danni di ragazzi che rischiano la propria salute per permettere a dirigenti mascalzoni di cederli a prezzi più alti. «I danni maggiori - spiega il senatore Cursi, sottosegretario al ministero della Salute, si registrano nei campetti di periferia. I ragazzi rischiano problemi cardiocircolatori, difetti alla vista e l'interruzione del ciclo mestruale per le bambine già all'età di 11-12 anni. Pensate alla gravità di tutto ciò sui fisici dei nostri figli. Meglio una medaglia di meno e una vita salvata in più». La commissione ministeriale non risparmia nemmeno la Figc. «L'intesa sui controlli al termine delle partite - aggiunge Cesare Cursi, titolare anche della delega al doping - non è stata mai formalizzata. Pertanto, oltre alla facoltà di verificare quanto fatto dalla Figc, il ministero della Salute può farsi carico di effettuare i controlli sui calciatori, fin dal prossimo anno. Del resto la legge 376 del 14 dicembre del 2000, approvata all'unanimità da Camera e Senato, ci dà il mandato per provvedere in maniera diretta. Probabilmente la strada sarà quella di stipulare un accordo con la federazione dei medici sportivi e di togliere l'incarico alla Federcalcio». «La legge - conclude Cursi - prevede sanzioni penali fino a tre anni per l'atleta trovato positivo ai controlli. Sanzioni penali che se fossero attuate potrebbero dissuadere gli atleti ad abusare di farmaci dopanti per migliorare le proprie prestazioni». Per quanto riguarda le Olimpiadi di Torino non è stata concessa la moratoria invocata da più parti. Il territorio è quello italiano, quindi anche per gli atleti stranieri vige la legge 376.