È tempo che qualcuno lo spifferi chiaro e tondo, e pazienza se stavolta tocca a me: è un fatto che la ...

Numerosi sono gli esempi che fioccano, nella vita come nello sport, di donne sagge che tracciano il solco e di bambocci immaturi che si perdono dietro ai canti delle sirene. Il lettore non deve fare molti sforzi per evocare facce e nomi di esistenze sciupate. Basta fare un giro notturno dei night club di Roma o di Milano, di Napoli o di Torino, perché i muri vi parlino dei patetici valzer di goleador e di veline, il tutto condito dai flash di paparazzi in agguato. I direttori sportivi di mezza Europa sanno di quale talento fosse dotato Bobo Vieri, forse il centravanti più esplosivo che l'Italia abbia avuto dopo Gigi Riva. Ma nessuno si è ancora chiesto che cosa avrebbe potuto diventare Bobo con un pizzico di disciplina. In altri termini, dove sarebbe arrivato con la testa fredda di Alex del Piero? Decine di simili episodi si affollano alla mente, con date e luoghi: lo statuario Coco che inciampa nel fascino irresistibile della Arcuri; Max Biaggi che perde i sensi per un certo profumo di donna, e da quando quel profumo lo inebria, guarda caso, la bandiera della vittoria non lo vede quasi più. Per contro, il discorso si capovolge se ci occupiamo di donne. Dopo una lunga traversata nel deserto, dove tutto sembrava congiurare contro di loro - la disuguaglianza dei mezzi, l'avversione della società maschilista - le fanciulle in fiore hanno abbandonato i salotti di Proust e sono diventate rabbiose e vincenti Amazzoni. E adesso non mi dite che vi sfugge il bandolo della matassa: stiamo parlando di ragazze dai nervi di cuoio e dalla volontà d'acciaio che da un po' di tempo stupiscono la sonnacchiosa confraternita dello sport. Vi dice niente Valentina Vezzali? Ne parlano le gazzette dal Canada alla Terra del Fuoco, dall'Australia al Brasile agli Stati Uniti. Questa impavida campionessa di ieri, 31 anni, per obbedire alla voce del cuore ha messo al mondo una splendida creatura e a soli quattro mesi dal parto si è ripresentata in pedana a Lipsia, dove ha vinto l'oro nel campionato mondiale di fioretto. Ha così dato una sonora lezione alle squinzie del demi-monde cinematografico e televisivo, che per non perdere uno sceneggiato, o per non scendere di un solo gradino nell'audience, si condannano alla sterilità. Bel colpo, duinque, cara Valentina. Dopo i Fioretti di San Francesco potremo esaltare un giorno il Fioretto della Vezzali. Ma quello di Valentina non è un fiore solitario, per fortuna: altre donne hanno saputo conciliare la passione per lo sport con la vocazione alla maternità. Vi sovviene il ricordo della 'gazzella nera', la generosa e impetuosa Fiona Mei, che ha vinto medaglie olimpiche ma ha pure messo al mondo una bambina meravigliosa? Potremmo fermarci qui, per motivi di spazio. Ma non prima di aver menzionato la tignosa, talentuosa Josefa Idem, campionessa di canoa, che pur avendo alcuni figli sulla groppa e quarant'anni suonati, non ha mollato l'osso dell'ambizione e ha rivinto nella sua specialità una medaglia mondiale. Forse mi giocherò l'amicizia degli amici sportivi, che giudicheranno manicheo il mio punto di vista. Ma era tempo di dare un colpo di frusta. Bamboccioni, su con la vita: la vacanza è finita ed è gran tempo di fare sul serio. Non pretendo che mettiate sul cruscotto della Porsche le foto della Valentina e della Fiona. Ma una svolta a 'U' è urgente nella vostra vita, se non volete perdere l'ultimo autobus. A proposito di autobus, ritengo che i leader masculi dei due schieramenti dovrebbero svegliarsi e aprire la porta del loro0 carrozzone alle donne. In Germania ci sono arrivati, con il neo cancelliere Angela Merkel. In quale secolo o millennio succederà anche da noi?