di LUIGI SALOMONE UN punticino, basterebbe quello.

Col sorteggio che aveva messo di fronte agli Azzurri Norvegia, Bielorussia, Moldavia, Slovenia e Scozia la qualificazione era già sicura visto il modesto valore degli avversari. Adesso serve una dimostrazione di forza contro una squadra scorbutica che in passato ci ha fatto spesso soffrire. La Slovenia, infatti, è l'unica formazione che è riuscita a battere la nazionale guidata dall'ex tecnico della Juventus. Lippi può essere soddisfatto del lavoro svolto finora: il gruppo è unito e non sarà difficile trovare i 22 alfieri da portare in Germania a sfidare il gotha del calcio mondiale a cominciare dai fenomeni brasiliani. Certo, mancano Panucci e Oddo e qualche altra scelta è perlomeno discutibile ma quando stasera (ore 21, Rai1) l'Italia si ritroverà con la mente già in Germania per la fase finale le polemiche saranno dimenticate anche se è sempre bene ricordare che abbiamo eliminato squadra di lignaggio davvero modesto. Altre grandi nazioni rischiano la clamorosa eliminazione o il ricorso agli spareggi (Francia, Inghilterra e Spagna) e quindi è meglio godersi un traguardo che altri stanno rischiando di non raggiungere. Il tecnico carica i suoi: «A un punto dal Mondiale dobbiamo stare attenti a non scivolar su una buccia di banana. Farlo vorrebbe dire dover ricominciare tutto da capo. Perciò, oltre alla qualificazione cerco un'Italia concreta e realista: la squadra ha sempre maggior consapevolezza della sua forza. Sa di potersi guadagnare questo Mondiale, sa di doverlo guadagnare». Per centrare l'obiettivo Lippi vara un'Italia spregiudicata quanto mai prima: tre attaccanti davanti, un centrocampo con un solo incontrista vero, Gattuso, e in difesa due ali come terzini: Grosso a sinistra, Zambrotta a destra. «Dubbi veri non ne ho. In questo momento spiace troppo rinunciare al piede di un giocatore in forma come Grosso: voglio tanti cross, una partita d'attacco. E perciò sposto Zambrotta a destra, senza bocciare nessuno dei precedenti terzini. Sì, molto probabilmente comincio così. Un anno fa perdemmo a Celje contro la Slovenia una partita giocata tutto sommato meglio di quanto dicesse il risultato. La rivincita è solo uno dei motivi. Piuttosto, cerco risultato e prestazione che confortino le mie impressioni di crescita». Davanti ci sarà Gilardino che racconta il suo sogno: «Sarebbe bello per me mettere il timbro sul Mondiale». Lippi gli concede una possibilità importante accanto alla coppia Totti-Toni. Sono previsti non più di 30.000 spettatori perché anche a Palermo si avverte l'emorragia di presenze negli stadi. Non si vedrà l'entusiasmo delle ultime visite da queste parti, ci sarà qualche vuoto e qualche fischio per il traditore Toni che ha preferito i soldi della Fiorentina a quelli di Zamparini. Il prezzo di un calcio che non appassiona più è anche questo.