Angelina sconfigge la leucemia con l'aiuto di papà Burdisso

Burdisso, che ha 24 anni ed è nel giro della nazionale argentina, ha rivelato la vera ragione che lo ha tenuto lontano dal calcio per tanto tempo. L'ultima sua partita in nerazzurro era stata il 3-0 inflitto il 17 febbraio in Coppa Italia all'Atalanta. Il difensore, inserito da Mancini nella lista dei giocatori disponibili per la Champions League, ha tenuto subito a ringraziare l'Inter: «Non ho mai avuto paura - ha detto - che mi rescindessero il contratto. All'Inter c'è una grande sensibilità. Al Milan ti apre la porta dello spogliatoio un usciere in giacca e cravatta, tutto è a livello imprenditoriale. Alla Pinetina invece c'è più calore, un'atmosfera familiare, con i suoi pro e i suoi contro. Per me è stato bellissimo. L'allenatore mi ha voluto bene e il presidente mi ha detto che potevo fare tranquillamente quello che mi sentivo di dover fare. Moratti, per umiltà e sensibilità, è come se un magazziniere del Boca lo facessero presidente del club. Mi ha offerto tutto per fare il trattamento là. Io ho contraccambiato con la promessa di tornare in campo appena possibile per dare sicurezza alla difesa nerazzurra. L'Inter è un club così grande e potente che avrebbe potuto tranquillamente comprare altri difensori, invece è arrivato solo Samuel». L'incubo della famiglia Burdisso era cominciato lo scorso inverno, a casa del compagno di squadra Cambiasso: durante una serata come le altre fra argentini (era presente anche Kili Gonzalez) Angelina era caduta procurandosi un comune bernoccolo, che però non era più andato via. Dopo molti esami ed una operazione per asportarlo, alla piccola fu diagnosticata una leucemia linfoblastica acuta di rischio standard, il tipo di cancro più comune fra i bambini. Burdisso non dubitò un attimo: nei primi giorni di marzo fece le valige e tornò a Buenos Aires per stare vicino alla figlia in ogni momento della chemioterapia e per fare coraggio alla moglie. «Sono malattie in cui si passano momenti brutti ma che si possono anche curare». In sei mesi, la voglia e le occasioni per giocare non sono mancate. In particolare, si facevano allettanti le offerte del Boca, ma Burdisso ha sempre preferito aspettare. «Il calcio - ha raccontato - mi mancava da pazzi, ma non volevo perdere nemmeno una puntura della mia bambina». Adesso, con la stagione dell'Inter che si preannuncia intensa e un mondiale alle porte, Burdisso ricomincia a vivere: «Sento di avere ancora la fiducia del Ct Pekerman, anche se non rispondo alle convocazioni in nazionale da marzo. Comunque non mi sono mai sentito un ex giocatore. Quando ero fermo mi dicevo sempre: ho 24 anni, sono stato quattro volte campione del mondo e tre del Sudamerica e voglio ancora puntare in alto». Adesso, con l'Inter o con l'Argentina, ci sarà di nuovo l'occasione.