Delio Rossi aspetta rinforzi: «Ho bisogno di un difensore centrale e la rosa va sfoltita»

Delio Rossi ha propositi ambiziosi, grandi speranze e una strada in salita da dover percorrere: ad una settimana dal calcio d'inizio del campionato la rosa è ancora incompleta. Il tecnico di Rimini attende rinforzi senza dare segnali di insofferenza. E' un uomo convinto delle proprie idee, un gran lavoratore pronto a scommettere sul progetto che ha sposato da un paio di mesi: con lui trenta giocatori e dodicimila fedelissimi pronti ad affrontare questa nuova avventura. Rossi, come sta la squadra ad una settimana dal via? «Stiamo discretamente anche se non siamo ancora brillantissimi. Siamo stati costretti ad interrompere la preparazione per affrontare le partite dell'Intertoto, poi l'abbiamo ripresa. Siamo a un buon punto». Ha già scelto il portiere titolare? «C'è ancora un'amichevole — stasera a Rieti n.d.r. — farò la scelta definitiva dopo questa partita: ho due portieri di primissimo livello, in questo ruolo siamo coperti in maniera ottimale». C'è una cosa che la preoccupa? «Mi preoccupa il fatto di dover mandar via qualcuno. In alcuni ruoli siamo in tanti, in altri siamo ancora scoperti. In attacco ci sono due posti per sei elementi, e non è semplice gestire una situazione di questo tipo. E' giusto che ognuno abbia il suo spazio per potersi esprimere, ma in campo si va in undici e noi siamo più di trenta: cinque attaccanti possono bastare». Per quanto riguarda gli attaccanti a sua disposizione ha già una gerarchia in testa? «No. C'è chi si è allenato di più e chi ha avuto degli infortuni che lo hanno frenato nella preparazione. Sceglierò quando tutti saranno sullo stesso livello». Cosa manca ancora a questa squadra? «Ho un solo terzino sinistro, ma siamo scoperti anche nel mezzo. Alla Lazio serve un centrale di difesa che sappia guidare il reparto, un uomo con carisma e personalità. In giro ce ne sono pochi, e quei pochi militano tutti nelle grandi squadre. Paolo Maldini ha 37 anni e ancora gioca: è mancato in questo ruolo un ricambio generazionale». Couto ha un anno in meno di Maldini. «L'esperienza da sola non basta. E con l'esperienza puoi diventare più furbo, ma non puoi cambiare le tue caratteristiche che hai nel dna: Maldini aveva carisma anche a sedici anni». E Tudor? «Non mi piacciono i jolly. Da giocatore ero un jolly anche io e per questo non giocavo mai. Quando un giocatore può ricoprire più ruoli vuol dire che non sa ricoprire bene nessun ruolo. Preferisco un giocatore specifico nel ruolo». Il discorso legato ai contratti dei giocatori può in qualche modo turbare lo spogliatoio? «Siamo tutti dei professionisti e chi gioca nella Lazio non lo fa per sopravvivere. Un giocatore può essere turbato se non trova l'accordo con l'attuale società, ma si presume che una squadra ed un ingaggio possa comunque trovarlo. Al contrario dà loro fastidio il fatto di essere trattati con parametri diferenti». La frizione tra Sereni e la società ha cambiato i suoi piani? «Questa situazione non mi ha sconvolto i piani. Lui ha un contratto in essere, io devo soltanto considerare l'aspetto tecnico. Ma è una situazione che va risolta». Teme un altro caso Negro-Baggio? «Se fossero stati Figo e Ronaldo difficlilmente nella passata stagione sarebbero stati emarginati....». Sono stati sottoscritti soltanto 12 mila abbonamenti. «Se fossi un presidente eviterei di fare la campagna abbonamenti: la tessera è un attestato di fiducia. Io preferirei convincere la gente a venire allo stadio per la bontà del prodotto e non per un atto di fede». Su che basi punterebbe per convincere i tifosi? «Vorrei che la mia squadra incarnasse lo spirito della gente laziale».