IL PORTOGHESE PARLA DA INTERISTA

Mica male per una società che in Europa non si afferma dalla Coppa Uefa del 1998 e in Italia, a parte la coppa della scorsa stagione, non vince lo scudetto addirittura dal 1989. Ma questo è solo uno stimolo in più per Figo, che invece di trofei e titoli con il Real Madrid ne ha conquistati diversi. «Nella mia carriera ho vinto moltissimo - ha chiarito il centrocampista portoghese nella conferenza stampa di presentazione ad Appiano Gentile - questi ricordi mi accompagneranno tutta la vita, ma ora quello che conta è il presente e il futuro. Il mio presente è l'Inter e voglio vincere ancora moltissimo con questa squadra». Accanto a Figo il presidente nerazzurro Giacinto Facchetti. «Ringrazio il presidente Facchetti per le parole di stima e di presentazione e ringrazio l'Inter per avermi dato la possibilità di arrivare al calcio italiano. Sono venuto all'Inter con l'obiettivo di vincere tutto, lavorando tanto e cercando d'inserirmi il più velocemente possibile in questo gruppo». Parole che arrivano dopo il secondo allenamento con l'Inter. Dopo il primo assaggio due giorni fa, infatti, ieri mattina Figo è nuovamente sceso sul campo della Pinetina: il portoghese ha svolto una serie di test atletici, sia in palestra che sul campo. Con la squadra impegnata nell'amichevole di Lecco, al centro sportivo erano in quattro: oltre a Figo ancora Pizarro e poi gli infortunati Mihajlovic e Kily Gonzalez. Niente Lecco per nessuno di loro. Nel pomeriggio Figo è poi ripartito per Madrid, per sistemare le ultime cose. Domani sarà di nuovo a Milano. A trovare casa ci sta pensando la moglie Helene. «Sono affascinato dal progetto e dalla grandezza dell'Inter», ha detto ancora Figo, che ha spiegato anche come per il suo arrivo nella Milano nerazzurra sia stato decisivo l'incontro con Massimo Moratti: «L'incontro con Moratti a Forte dei Marmi è stato il passo decisivo. L'atteggiamento affettuoso di Moratti è stato molto importante, mi sono reso conto che l'Inter mi voleva veramente. Adesso voglio allenarmi per essere pronto il più presto possibile». Mancini, tuttavia, gli ha già detto qualcosa: «Il tecnico mi ha spiegato che qui il calcio è un pò diverso rispetto alla Spagna, ma la mia mentalità è di lavorare al massimo per adattarmi presto alla squadra e al calcio italiano. Voglio essere utile all'Inter». Sul Real: «Speravo di andarmene in un altro modo. Avrei voluto salutare i tifosi, visto che in cinque anni mi hanno trattato benissimo».