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di DOMENICO LATAGLIATA TORINO — Il Toro insiste.

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Probabilmente è anche vero: resta il fatto che di scandali non ce n'è mai abbastanza e di dirigenti faciloni anche. La questione è nota, ormai: fideiussione falsa da 18 milioni di euro più euro meno, debiti per altri 17. Che succede ora? Detto che oggi sarà ascoltato al Palagiustizia di Torino il presidente del Venezia Luigi Gallo — ovvero il broker pataccaro — le scadenze sono impellenti. Il 9 luglio la Covisoc indicherà le società che sono o meno in regola per iscriversi al prossimo campionato. Fino al 12 luglio, chi non avesse dimostrato di avere i requisiti necessari potrà presentare ricorso alla Coavisoc. Quindi, il 15 luglio si riunirà il Consiglio Federale che comunicherà a sua volta gli organici dei campionati: a quel punto, se Cimminelli non avrà trovato quindici milioni di euro freschi e non avrà trovato un accordo con l'Agenzia delle Entrate per spalmare nei prossimi cinque anni altri diciassette milioni di debiti (serve, cioè, un'altra fideiussione: vera e certificata), addio Toro. E a quel punto, se ci saranno nuovi acquirenti, potranno saltare fuori e, con la garanzia del sindaco della città Sergio Chiamparino, fondare una nuova società che, sfruttando il lodo Petrucci, possa ripartire dalla serie B. Non resta che attendere, anche se il presidente Romero tenta di tranquillizzare tutti dicendo che «il Toro si iscriverà regolarmente al prossimo campionato». Sarà vero, ma per il momento non sono in molti a crederlo: «Siamo vittime di un raggiro di cui non abbiamo responsabilità né colpa», il ritornello di provenienza granata. Vittime come minimo un po' sprovvedute, visto che per un documento poi rivelatosi falso Cimminelli ha versato 1,7 milioni: 1,4 per il documento stesso e 300mila euro per il mediatore. Come se non bastasse, c'è da tenere d'occhio anche il problema stadio Comunale che, alle Olimpiadi di Torino 2006, ospiterà le cerimonie di inaugurazione e chiusura: l'impianto è stato dato in concessione al Torino Calcio e i lavori non si possono fermare, pena un pericoloso ritardo a 221 giorni dall'inizio della manifestazione. «In un modo o nell'altro i lavori andranno avanti», garantisce il sindaco Chiamparino. Ma nessuno sa se a portarli a termine sarà il Toro o il Comune. Intanto, il presidente della Provincia di Torino, Saitta, proporrà allo stesso Chiamparino e alla Presidente della Regione, Bresso, di convocare quanto prima una riunione con le istituzioni bancarie e imprenditoriali piemontesi per rimuovere gli ostacoli all'iscrizione della società granata al campionato di serie A. Chissà.

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