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Contro la capolista probabile ultima gara in panchina per Caso (Sky Calcio 1, ore 15) Formazione rivoluzionata, fuori Cesar e Couto. In attacco Muzzi, Rocchi e Pandev

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Lazio a Torino aspettando Zoff

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La Lazio alzava al Delle Alpi la quarta Coppa Italia della sua storia davanti a diecimila tifosi arrivati da tutta Italia. Mancini il nocchiero, Corradi e Fiore i goleador di una notte magica finita con la festa laziale sotto il settore riservato ai sostenitori ospiti. Ora, a sette mesi di distanza, di quella squadra è rimasto ben poco. Via l'allenatore, via lo staff tecnico, via molti dei giocatori protagonisti dell'ultima stagione sacrificati sull'altare di un bilancio sempre pi sofferente. A Torino (15, Sky Calcio 1) ci sarà la squinternata banda di Mimmo Caso, al passo d'addio sulla panchina biancoceleste a meno di un'impresa storica sul campo della capolista incontrastata del campionato. La Juve di Capello è una corazzata inaffondabile (ha perso solo a Reggio Calabria e in Coppa Italia a Bergamo con l'Atalanta) e difficilmente non sfrutterà l'occasione di proseguire la marcia verso l'ennesimo scudetto. E la vittoria di ieri in extremis del Milan rende ancora pi necessario il successo della capolista facendo aumentari i rischi laziali. Di contro una formazione senza gioco e senza idee, con un tecnico privato di ogni potere, tanti giocatori scontenti e due al rientro dopo oltre un mese di assenza (Siviglia e Giannichedda). Per la sua ultima panchina il tecnico biancoceleste sembra essersi convinto ad operare una rivoluzione storica lasciando in panchina oltre a Di Canio anche Cesar e Couto, finiti sul banco degli imputati dopo la prova di Atene. Una scelta sofferta e per certi versi poco condivisibile ma l'allenatore laziale intende giocarsi la sua ultima carta a disposizione con i giocatori a lui più vicini. Ecco quindi Sereni in porta, difesa a quattro con Oddo e Oscar Lopez sulle fasce, Siviglia e l'argentino Talamonti difensori centrali. I due centrocampisti «bassi» saranno Dabo e Giannichedda, mentre il terzetto più offensivo dietro all'unica punta Muzzi (preferito a Inzaghi), sarà costituito da Antonio Filippini, Pandev e Rocchi, con quest'ultimo recuperato in extremis e schierato ancora una volta fuori ruolo. In panchina Di Canio, Cesar, Fernando Couto, Liverani, Manfredini, Simone Inzaghi e il terzo portiere Casazza. Questa dovrebbe essere la formazione a meno di clamorosi ribaltoni comunque sempre possibili con un tecnico delegittimato in panchina e un diesse che sta ultimando le consultazioni all'interno della squadra per decidere il futuro. Squadra sotto esame, tutti in bilico come vuole il presidente Lotito deluso più dall'atteggiamento dei calciatori che dagli errori tattici di Caso. Aspettando Zoff (il favorito) oppure Papadopulo e Materazzi in una settimana, la prossima, che si annuncia ricca di cambiamenti, almeno lo sperano tutti quelli che vogliono bene alla più antica società della Capitale. La società tentenna, studia le mosse da fare, ma è pronta a prendere in mano la situazione per correre ai ripari ed evitare di ritrovarsi coinvolta nella lotta per non scivolare in in serie B tra un paio di partite quando il calendario diventerà ancora più complicato. L'avversario odierno è il più difficile possibile, una formazione equilibrata e senza difetti, praticamente imbattibile. La Lazio di Caso è sorretta solo dal fascino che sempre il calcio è in grado di regalare quando una formazione nettamente più debole e in crisi ne incontra una tranquilla e prima in classifica. Difficile che Lotito possa cambiare idea sulla panchina ma in caso di vittoria a Torino quale scenario potrebbe aprirsi? Magari avere questo dilemma potrebbe rispondere il presidente che però sembra ormai convinto ad operare il cambio di allenatore per scuotere una squadra che finora ha avuto l'alibi Caso. Senza quello, sarà il momento degli uomini veri per risalire la classifica sperando che la società scelga l'uomo migliore. Zoff, appunto, l'unico in grado di mettere tutti d'accordo, tifosi e società.

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