dall'inviato TIZIANO CARMELLINI MILANO «Il Mondiale? Una cosa è certa, non lo vincerà Rossi».

Ducentotrenta persone all'Alcatraz di Milano, scelto dallo sponsor tabaccaio quale location della presentazione ufficiale, diciotto tv collegate (servizi su oltre cinquanta emittenti in tutto il mondo) centottanta giornalisti con inviati arrivati addirittura dal Canada. Una cosa fatta in grande per far capire alla concorrenza che la Honda, anche quest'anno senza Valentino, fa sul serio. Biaggi accetta la tortura, si sottopone a interviste d'ogni tipo, resiste alla carica dell'orda di cronisti assetati di notizie(?), poi fa il punto della situazione. «L'obiettivo è fare il massimo che per uno come lui equivale a vincere nella speranza che la Honda mantenga le promesse poi si vedrà. Sono tranquillo, rilassato e allo stesso tempo concentrato per far bene» è la sintesi delle oltre tre ore di imbeccate e repliche. La verità è una sola e sempre la stessa: ora più che mai, l'obiettivo è battere Valentino Rossi. E Max parte proprio da questa certezza. «Rossi non vincerà il titolo dice convinto perchè nel nostro sport, senza la moto giusta non vai da nessuna parte: proprio come in Formula Uno. Guardate Alonso, lo hanno scoperto adesso, ma era Alonso anche due anni fa...». Già, la Formula Uno, passione mai sopita di chi ha la velocità nel sangue. «A me l'avevano offerta, ma io ho detto no, perchè nel mio dna c'è la moto. Valentino? Lui credo ci andrà... per soldi ovviamente». A un mese dal via della nuova stagione è già bagarre. Si spengono i riflettori, gli inviati defluiscono in sala stampa, inizia il ticchettio frenetico sui tasti del computer, cala la tensione e Biaggi torna quello di sempre. L'aspetta l'amico Riccardo (sempre il solito dagli anni del primo motorino) e insieme i due si concedono una Coca Cola prima del meritato riposo. Nonostante la notorietà è rimasto sempre il solito Max, un ragazzo normale: «Mi alleno per questo ci confida sereno mentre con lo sguardo nel vuoto pensa già a chissà quale impegno, prova o promozione dello sponsor mi sono sempre allenato per rimanere uno normale. E' per qusto che vado poco in tv e, una volta fuori dal circuito, continuo a frequentare gli amici di sempre». Uno normale insomma, romano per destino o vocazione e, ovviamente, tifoso romanista. «Il derby? Lo vince la Roma, così potremo continuare a sperare... oh, il Milan mica potrà andare a 'sta velocità fino alla fine». Risolve con eleganza il dubbio amletico del romanista tipo: Totti o Cassano? «Totti non si tocca, è un fenomeno, ma Cassano ha i numeri per diventare come lui...». Insomma, non toccategli la Roma, altrimenti diventa cattivo.