IL NORVEGESE CAREW

Troppi i soldi da spendere per arrivare all'uomo di peso preteso dal tecnico friulano, come troppo complicate le strade per arrivare al sogno Adriano. Così la Roma ha «ripiegato» su John Carew e ha pescato l'ennesimo jolly. Capello gli ha dato la chance e lui non se l'è fatta sfuggire dimostrando di essere un giocatore da Roma, come domenica scorsa contro la Samp quando ha raddrizzato una partita che rischiava di mettersi male. «Sono felice per aver segnato un gol importante che ha permesso ala squadra di pareggiare. Poi, la cosa più bella è stata che alla fine siamo anche riusciti a vincere». E il gol di Totti? «Bellssimo». Ne aveva mai visto uno simile? «Non da qualcuno che giocava nella mia squadra. Tra i più belli che io abbia mai visto». Cosa le ha detto quando è corso ad abbracciarlo? «Non è stato male! ma era una battuta ovviamente». Meglio giocare a due o a tre punte? «Per me non cambia molto, io mi trovo bene con entrambi i moduli. Domenica abbiamo cambiato in corsa e le due punte hanno portato alla vittoria: quindi vuol dire che era la mossa giusta da fare. Comunque sono due sistemi di gioco diversi ma dipendono sempre dal rendimento del resto della squadra». La crisi giallorossa è alle spalle? «Non c'è mai stata, abbiamo perso una sola gara e può essere anche normale». Lo sa che sono stati già venduti 30.000 biglietti per la partita di Coppa Italia. «È bello, dimostra quanto conti il calcio a Roma e stavolta speriamo di battere il Milan e soddisfare così il nostro pubblico»: C'è il rischio che il Milan diventi uno spauracchio? «Spero di no. Credo che a Milano abbiamo giocato una buona gara e di quella sfida dobbiamo ricordare solo le cose positive per far bene domani». Sarà duello col Milan anche in chiave scudetto? «Sì, con il Milan ma anche con la Juve. Ci stanno inseguendo da distanza ravvicinata e credo che ce li porteremo dietro per tutta la stagione: è anche per questo che dobbiamo dare sempre il massimo». Nel suo futuro c'è ancora la Roma? «Non voglio parlarne ora, ma so che la società sta organizzando tutto». Quali sono le differenze maggiori che ha riscontrato tra la Spagna e l'Italia? «Qui in Italia giocare al calcio è più difficile, è molto più fisico. Poi ci sono i tifosi: qui sono molto più caldi e senti l'importanza delle partite». Ma a Roma come si trova? «Bene, volevo venire in questa città e in questa squadra: è andato tutto bene. La città è bellissima e la squadra è in vetta classifica: meglio di così non si poteva». Ha sentito l'affetto dei tifosi? «Sì, qui mi sento a casa, la gente ti ferma per la strada, è incredibile». Ha anche ricucito il suo rapporto con la nazionale norvegese. «Con il nuovo cittì è tutta un'altra cosa, è tutto a posto». Si aspettava di giocare così tanto nella Roma? «All'inizio no, ma io ho sempre lavorato per dimostrare quanto valgo e che posso giocare nella Roma. Capello mi ha dato la chance e per questo sono felice visto anche i risultati ella squadra». Tiz. Car.