Deliberato il vitale aumento di capitale. Ora la società cerca nuovi soci

La Lazio si lancia verso il futuro con una certezza in più: la ricapitalizzazione è stata deliberata. La lieta novella s'è materializzata intorno alle 15 d'un sabato che ha già fatto storia: c'è l'ok dell'assemblea degli azionisti, applausi e tanto d'inno per festeggiare l'agognato traguardo. L'infinita mattinata biancoceleste aveva regalato un altro sussulto, assioma fondamentale per il passo più importante, verso le 14,30, con il raggiungimento ufficiale del quorum costitutivo: 21,9%, dopo l'arrivo, intorno alle 13, di Cirio e Bnl, discriminanti rilevanti per il via libera finale. Il puzzle s'è incastrato alla perfezione: sorrisi e applausi per tutti. La Lazio c'è e non molla, come ricorda la fortunata hit che accompagna l'uscita trionfale del management. Non serve l'astensione tecnica della Cirio (per motivi di commissariamento) a minare l'orizzonte. Si può procedere insomma. L'enfatizza a chiare note il presidente, Ugo Longo, lo ricorda l'ad Masoni, lo sottolinea il diggì De Mita. «La partita fondamentale è la sottoscrizione dell'aumento di capitale, e si giocherà in borsa». Quindi si chiede aiuto agli azionisti: Ricucci, che è salito al 3%, e Ligresti ci saranno. In attesa di della comunicazione ufficiale dei due imprenditori, si prende tempo sulla costituzione dell'eventuale consorzio di garanzia. Capitalia sottoscriverà la propria quota (5,76%), incertezza su Bnl (orientata verso il «no»), certezze sull'uscita di scena della Cirio. Quindi i piccoli azionisti: a oggi sono ancora loro a guidare la Lazio. Almeno in attesa che qualcuno si faccia avanti per rilevare il club (da domani si attende la risposta di Capitalia al gruppo di San Marino) o decida di partecipare all'aumento come «guida forte». Assemblea inedita, almeno come scenario: il Warner Village della Magliana, un cinema per riunire la spina dorsale della società, cioè la gente, e proiettare un'altra pagina di saga biancoceleste. Il fondamentale summit ha anche deliberato la copertura delle perdite maturate al 30 settembre (pari a 99 milioni, oltre 1/3 del capitale sociale), il raggruppamento delle azioni esistenti (nel rapporto di una nuova azione da 2 euro nominali ogni 100 vecchie azioni da 0,02 euro) prima del contestuale aumento di capitale. Che potrà essere coperto fino al 30 settembre 2004, ma dovrà dare le prime risposte entro 60 giorni. La ricapitalizzazione sarà scindibile e aperta ai dipendenti: l'ad Masoni convertirà 5 mesi di stipendi in azioni, così come Mancini e Cesar. La società spera che anche il resto della squadra si uniformi, ma l'ok è più difficile. «Ci aspettiamo un segnale forte», esclama Masoni, che poi ricorda l'esposizione debitoria societaria, fino a complessivi 264 milioni e che se non ci sarà l'integrale sottoscrizione dell'aumento «il ridimensionamento sarà inevitabile». Un chiarimento dovuto, soprattutto agli azionisti presenti al Warner, che chiedono rappresentanti nel Cda e un consiglio che rinunci agli emolumenti per «un anno». Ora però ci sono da onorare scadenze immediate, come l'iscrizione in campionato. Ieri però la Lazio ha compiuto il primo passo. E guarda al futuro con più serenità. Il presidente Longo: «Ora speriamo che qualcuno si avvicini al club». Il diggì De Mita: «Vorremmo rimanere con la rosa invariata fino a giugno. Stankovic? Vedremo, ma l'intento è quello di tenerlo. Mi godo l'obiettivo raggiunto dall'assemblea: era fondamentale». Giusto. E la Lazio non vuole più fermarsi.