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Impressionanti le cifre giallorosse in questo primo squarcio di stagione: è l'unica finora imbattuta

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Roma, numeri da impazzire

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Numeri alla mano la squadra di Capello fa paura davvero. È l'unica squadra del campionato ancora imbattuta e a differenza delle due passate stagioni, quest'anno la Roma vince anche con le piccole. Otto vittorie in undici partite, venticinque gol realizzati e solo quattro incassati. Un solo punto in meno rispetto alla stagione dell'ultimo scudetto. All'Olimpico poi la tradizione è a dir poco imbarazzante. Da quando Capello è alla Roma ha perso in campionato sul campo di casa solo cinque volte: in cinque anni. Pazzesco. Quest'anno poi sei successi su sei, con diciassette gol realizzati e uno solo subìto: quello beffardo di Chevanton domenica scorsa che ha interrotto l'imbattibilità di Pelizzoli durata ben 774 minuti. Sempre restando sui numeri degli incontri casalinghi in campionato, sulle settantaquattro partite giocate dagli uomini di Capello, sono arrivate ben cinquanta vittorie e diciannove pareggi, con 151 gol realizzati: non male. La Roma all'Olimpico è rimasta imbattuta per quasi due anni e mezzo, prima della stagione 2002 quando in settembre scalfì il suo record contro il Modena. Non male soprattutto per una squadra che in questo lasso di tempo ha vinto un solo scudetto e che quest'anno è in piena lotta per giocarsi il secondo tricolore dell'era-Capello. Fin qui i numeri, ma non ci sono solo quelli. L'attuale realtà parla di un gruppo ben assortito, pronto a sacrificarsi su ogni pallone e in tutte le zone del campo e che si diverte a giocare al pallone. Questa è la grossa differenza rispetto alla passata stagione, nella quale, tranne Chivu e Mancini, ha giocato la stessa squadra che adesso è in vetta alla classifica in condominio col Milan. Due innesti fondamentali certo, ma soprattutto un fattore psicologico che cambia il modo di porsi rispetto alle partite e agli impegni di campionato e coppa. In difesa l'arrivo di Chivu ha dato stabilità a un gruppo già ben collaudato che lo scorso anno aveva traballato proprio perché si poggiava totalmente sul talento e l'esperienza di un solo giocatore: Samuel. Ora con la classe, la prestanza fisica e la grande visione di gioco del rumeno le cose vanno meglio: molto meglio. A centrocampo poi, i timori della vigilia per la partenza di Cafu che avrebbe aperto una falla enorme sulla fascia destra del campo, sono stati spazzati via in novanta minuti dall'estro e dalla velocità del giovane Mancini. Gol del derby a parte, il giovane brasiliano, tenuto inspiegabilmente in panchina per un anno a Venezia, ha dato la spinta e la qualità che mancava alla Roma da quella parte: con tutto il rispetto per Cafu. Una sola novità in attacco, ma di quelle giuste. Carew, che non parte titolare, ma quando serve da il suo contributo dimostrando di essere un giocatore da Roma. Dietro di lui la coppia delle meraviglie, con Totti che sembra aver ritrovato gli stimoli giusti e un Cassano in progressiva crescita: almeno sul campo... per le «cassanate» bisognerà aspettare ancora un po'. Ma, uomini a parte, la Roma sta dimostrando di aver ritrovato un gruppo e Capello di aver azzeccato la formula giusta: il tridente. È proprio il ritorno al modulo dello scudetto, l'arma in più della Roma targata 2003 che, oltre a tutto il resto, quest'anno vince anche con le «piccole». Già, perché se la Roma dello scudetto aveva lasciato sui campi delle «piccole» un solo punto, quest'anno la stessa casella segna ancora uno zero. Sarà un segnale anche questo?

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