Il fantasista: «Di positivo c'è solo il gol». Il tecnico: «Condizionati dal gol a freddo» «Sono triste, non ho esultato per rispetto»

E non certo per la sconfitta patita nel gelo polacco, che ha posto fine a un'imbattibilità durata dieci partite. Aveva la morte nel cuore Trapattoni e lo ha dimostrato quando il suo volto s'è rigato di lacrime durante l'esecuzione degli inni nazionali. I fatti iracheni non potevano essere tralasciati. A fine gara, il Trap è stato laconico, aveva poca voglia di parlare: «Sulla disgrazia accaduta sono già state dette tante cose. Io preferisco non parlare perché certi sentimenti li tengo cuore». Poi, Trapattoni ha analizzato una brutta gara: «Ho detto ai ragazzi di rimanere concentrati sin dall'inizio e di non pensare ai fatti iracheni. Non è stato possibile. Abbiamo subito due gol a freddo per disattenzioni difensive su calci piazzati. Poi Cassano ha riaperto la gara. Poteva anche pareggiare, ma nella seconda occasione che ha avuto ha difeso male la palla. Anche Miccoli nella ripresa poteva fare il 2-2, ma la verità è che non abbiamo fatto molto per meritare il pari e alla fine abbiamo preso anche il terzo gol». Trapattoni ha infine analizzato la prestazione del debuttante eccellente, Antonio Cassano: «Ha disputato una prova molto positiva. Ha segnato, si è mosso, si è introdotto nel gruppo con la giusta personalità». A proposito di Cassano, il talento di Bari vecchia non ha esultato dopo il gol: «E' stata una questione di rispetto. Non ero e non sono affatto felice. Con quello che è successo in Iraq sarebbe stato ingiusto esultare. Sono contento solo per il gol, ma ho bagnato il debutto con una sconfitta in una giornata triste. Spero che la prossima volta andrà meglio. Ripeto, di positivo trovo solo il gol. Ci sono stati tanti problemi, le notizie che venivano dall'Iraq non ci hanno lasciato tranquilli. E' stata una giornata davvero strana». Cassano ha anche provato ad analizzare la sua gara: «Potevo pareggiare, ma ha ragione Trapattoni: non ho protetto bene la palla e non ho sentito arrivare il difensore, che è stato bravo ad anticiparmi. Punta o trequartista per me fa lo stesso, a volte mi piace più fare gli assist che segnare. Io sono altruista, sono fatto così». Giocare o non giocare ieri sera? Il vicepresidente Figc, Abete, si è detto convinto della scelta fatta: «Dovevamo giocare per rispetto nei confronti della Polonia, anche i polacchi hanno avuto vittime in Iraq. Il calcio è un modo per portare pace». Infine, Marco Di Vaio: «I fatti accaduti in Iraq ci hanno scombussolato, perché non avevamo notizie certe. Però in campo abbiamo provato a giocare e abbiamo giocato male».