NUOVA MINACCIA di serrata nel mondo del calcio.

Rischiano di saltare Ancona-Brescia, Chevo-Milan, Empoli-Parma e e Lazio-Perugia. I presidenti delle cinque società si sono incontrati all' Hotel Cicerone di Roma ed hanno deciso di scrivere al presidente della Lega, Adriano Galliani, per ricordargli gli impegni assunti alla fine di agosto minacciando di non far scendere in campo le loro squadre «a partire dalla prossima giornata del 22/23 novembre». Ecco il testo della lettera inviata a Galliani e firmata da Ermanno Pieroni (Ancona), Gino Corioni (Brescia), Luca Campedelli (Chievo), Fabrizio Corsi (Empoli) e Luciano Gaucci (Perugia): «Caro Presidente, come ricorderai l'accordo raggiunto il 29 agosto 2003 in sede di Lega Calcio sull'avvio del campionato 2003/2004 era basato sulla possibilità, per le nostre squadre, di reperire tempestivamente, sul mercato finanziario, le risorse necessarie a garantire la propria sopravvivenza. «Questa necessità era stata ben compresa da Te e da alcune personalità politiche attente alla situazione generale del calcio italiano. È stato solo sull'affidamento creato dalla serietà dell'impegno Tuo e di quelle personalità a far ottenere alle nostre società le risorse necessarie, attraverso la fattorizzazione dei contratti di cessione dei diritti pay, che abbiamo accettato di far partire regolarmente il campionato. «Ora, a due mesi da quel momento, dobbiamo denunciare come quegli impegni non siano stati per nulla mantenuti. Onde evitare il ripetersi, ormai certo, della situazione creatasi la scorsa estate dobbiamo avvisarTi che, in mancanza di un chiaro ed esplicito intervento di Lega Calcio, in tutte le sedi e con tutte le modalità possibili, saremo costretti, a partire dalla prossima giornata del 22/23 novembre, a non far scendere in campo le nostre squadre. «Siamo perciò in attesa di conoscere, con congruo anticipo, le determinazioni che vorrai assumere per risolvere nell'interesse di tutto il calcio italiano il problema delle nostre squadre, così da evitarci le tensioni ed i conflitti che inevitabilmente si scateneranno a seguito di questa nostra necessaria iniziativa».