LUTTO NEL MONDO DEL PUGILATO

Ora che arriva la notizia della morte di Laszlo Papp, pugile ungherese capace di conquistare tre medaglie d'oro in tre Olimpiadi, non ho la possibilità di confrontarlo con i migliori pesi medi di ogni epoca perché il suo governo gli ha impedito, fino a quando il campione aveva superato i 31 anni, di passare professionista. In un certo senso la vicenda di Papp somiglia molto a quella di Teofilo Stevenson, il pugile cubano anche lui tre volte medaglia d'oro nei pesi massimi con una differenza, che Stevenson ha volontariamente resistito alle lusinghe degli organizzatori americani, Papp, appena ne ha avuta la possibilità, ha avuto il tempo di svolgere una brillante ancorché breve carriera professionistica. Infatti tra il 1957 ed il 1964 Papp ha sostenuto 29 incontri, vincendone 27 (15 per k.o.) e pareggiandone due, tutti «fuori casa». Infatti Papp ha pareggiato a Milano con il nostro Giancarlo Gabelli ed a Parigi con il francese Germinal Ballarin. Non ha avito il tempo e la possibilità, non avendo un grosso organizzatore alle spalle, di battersi per il titolo mondiale ma ha conquistato e difeso sei volte il titolo europeo dei medi. Si dice, giustamente, che i limiti di un campione si vedono il giorno della sua prima sconfitta ma poiché Papp si è ritirato imbattuto non sapremo mai cosa avrebbe potuto fare contro un Ribinson od un Fullmer. Papp è stato il primo atleta di un paese comunista ad avere la possibilità di passare professionista ma nel 1964 ha dovuto abbandonare il titolo europeo e l'attività per ordine del suo governo, che forse pensava di avergli già concesso troppa libertà. Comunque fino al 1992 Papp è stato l'allenatore della nazionale dilettantistica ungherese.