ANCHE le romane, bella la Lazio, consistente la Roma, hanno partecipato all'abbuffata di gol che ha inaugurato ...

Come previsto, le giocate dei campioni hanno subito fatto dimenticare la orribile estate del pallone, quello delle faide, del tutti contro tutti, che ha avuto protagonisti dirigenti scellerati. Perciò, i presidenti delle società di B, pur giustificati nella rivolta contro i vertici federali da decisioni che più inique, sportivamente parlando, non avrebbero potuto essere, si devono affrettare a rimettere in moto il campionato cadetto. Altrimenti corrono il rischio di venire dimenticati. È, quindi, giunta l'era di sotterrare l'ascia di guerra e di ripartire, avviando, al tempo stesso, quelle riforme indispensabili per la sopravvivenza del calcio italiano. Nuovo sistema La premiata ditta Carraro & Galliani è stata sinora indicata come la fonte di ogni guaio e, in particolare, i padroncini delle provinciali sono convinti che le dimissioni del presidente della Federcalcio siano imprescindibili per rivitalizzare il movimento. Discorso semplicistico, in quanto risulta chiaro che tutto il sistema è fradicio, ormai votato ad un affarismo senza scrupoli. L'allontamento di Carraro e, magari, di Galliani non risolverebbe nulla. Non va dimenticato,infatti, che il numero uno di via Allegri, nel suo primo cursus honorum sportivo, è stato un ottimo dirigente, assai apprezzato pure a livello internazionale. Oggi, i suoi gravi errori sono indiscutibili, ma a determinarli è stata anche la decadenza etica di tutto l'ambiente, del resto incapace di proporre uomini e protagonisti nuovi. Né i nomi che si sentono circolare per una sua eventuale sostituzione indurrebbero all'ottimismo, trattandosi dei soliti noti. La passione Quanto ad Adriano Galliani, il quale, come Carraro, è stato regolarmente eletto, si trova a guidare una Lega spaccata, in cui è pressoché impossibile conciliare gli interessi dei grandi club con quelli dei piccoli, che intendono vivere di assitenzialismo. Il presidente della Confindustria del pallone, sempre alla ricerca di soluzioni di compromesso, è un vero uomo di calcio, appassionato e competente, come dimostrano i successi del Milan. Altri, al suo posto, sarebbero stati travolti e la palla forse non avrebbe rimbalzato a lungo. Ciò non toglie che l'ideale per la Lega sarebbe affidarla alla direzione di un manager sul genere di quelli che gestiscono le associazioni degli sport professionistici americani. Questo sì, sarebbe un passo concreto e importante verso il nuovo.