PERQUISITE LE SEDI DI DORICI, ASCOLI, CHIETI E TARANTO

Dopo aver acquisito documenti relativi al (mancato) pagamento dei contributi previdenziali Enpals ed emesso i primi sei avvisi di garanzia, gli inquirenti adesso stanno operando sui movimenti finanziari di altre società. Ieri mattina, su mandato dei Pm Torri e Palaia, i finanzieri del nucleo speciale di polizia valutaria hanno acquisito materiale e documentazione nelle sedi di Ancona, Taranto, Ascoli e Chieti. In particolare, nella sede dell'Ancona sarebbe stata fotocopiata la polizza fideiussoria usata per garantire il debito nei confronti dell'Enpals, ragione che avrebbe poi convinto ad indagare anche la procura della città dorica. Ieri il presidente del Chieti, Antonio Buccilli, è stato ascoltato agli agenti della Guardia di Finanza di Roma, in qualità di persona informata dei fatti. La società Calcio Chieti ha dato mandato ai propri legali - avvocati Sonia Spinozzi e Cristiano Maria Sicari - affinchè compiano «ogni attività utile alla tutela degli interessi della società e per il perseguimento di quanti eventualmente si fossero resi responsabili di illeciti comportamenti in suo danno». Gli inquirenti sono intenzionati ad andare a setacciare anche in casa di altre società, ma ieri l'attenzione si è spostata soprattutto sui movimenti di denaro avvenuti con la Svizzera. Pare infatti che il denaro versato da Roma, Napoli, Spal e Cosenza (800 mila euro) per avere garanzie dalla società marchigiana Sbc fosse approdato sul conto corrente di una banca di Lugano. L'inchiesta mira a chiarire a chi fosse intestato questo conto e le indiscrezioni portano a Paolo Landi (uno dei sei indagati). Il 4 agosto il broker venne fermato a Ponte Chiasso, di rientro dalla Svizzera, con una valigia contenente incartamenti e assegni di alcuni club. Intanto, mentre il Procuratore di Roma Salvatore Vecchione, ha imposto il silenzio assoluto sulle indagini, in attesa degli interrogatori previsti dopo ferragosto, si continua a parlare del mancato commissariamento della Figc da parte del Coni. L'avvocato Tito Lucrezio Milella, nominato difensore di parte offesa dalla Federcalcio, ha tirato fuori gli artigli: «Per commissariare la Figc non basta affermare che la Covisoc non funziona, perchè due suoi componenti avrebbero preso soldi, ammesso che li abbiano presi». La sensazione è che la Figc stia prendendo le distanze dal segretario della Covisoc Turchetti e dal suo braccio destro Spiridigliozzi (che ha reso testimonianza alla giustizia sportiva), accusati di truffa, falso in atto pubblico e corruzione, isolando le due potenziali «mele marce» dal resto del sistema. M. D. M