«Io sono solo un pesce piccolo in un gioco più grande di me»

Così Renato Spiridigliozzi, dipendente Coni presso l'ufficio tecnico della Covisoc in Figc, commenta la sua iscrizione nel registro degli indagati da parte della Procura di Roma per le false fidejussioni prodotte da Roma, Napoli, Spal e Cosenza per l'iscrizione al campionato. «Quelle carte l'ho viste, come molti d'altronde. I dubbi? Lasciamo stare. Della Covisoc io sono solo organo tecnico, istruisco la pratica, insomma, preparo le carte. A doverle vagliare e giudicare è la commissione. Davvero non capisco: vengo indagato io che sono un tecnico. E chi deve controllare?...». Spiridigliozzi non fa mai il nome di Salvatore Pescatore, il presidente della Covisoc, nè di altri dirigenti federali che, secondo le indiscrezioni giornalistiche, sarebbero stati informati da Carlo Catenaccio dei dubbi su quelle fideiussioni. Però insiste sul suo ruolo «esclusivamente tecnico» all'interno della commissione. Alla moglie, Federica Ruggero, Spiridigliozzi ha confessato tutta la sua amarezza («meno di tre milioni al mese, e guarda dove ti vai infilare...») prima di cercarsi un legale.