«Una sconfitta può anche essere salutare»

«Perdere - ha detto - può fare bene, perchè con realismo ci fa capire che non siamo dei fenomeni. Si tratta solo ora di fare un buon lavoro per affrontare al meglio il prossimo Gp in Malesia. Todt ha detto che il risultato «in un certo senso è deludente, ma ha anche sottolineato un aspetto positivo, la conferma della competitività della F2002. Imparare dalla sconfitta è anche l'atteggiamento di Michael Schumacher. «Questi 5 punti possono essere importanti nel corso della stagione» ha detto Schumi. Silenzio assoluto, invece, da parte del direttore tecnico Ross Brawn. E se fosse soprattutto lui uno degli artefici del mancato risultato di Melbourne? Perchè un dato è certo: la strategia degli avversari, sia Mclaren sia Bmw-Williams, si è rivelata migliore della strategia Ferrari. «Col senno di poi è vero - ha ammesso Schumacher - ma da parte mia e di Rubens la scelta delle gomme da bagnato non è stata facile. C'era molta acqua in pista, abbiamo pensato che le gomme da bagnato fossero quelle che ci potevano dare più vantaggi. Uscire con quelle da asciutto, oltretutto partendo dalla prima fila, avrebbe potuto essere pericoloso. La verità è che la gara è stata caotica. Alla complicazione dovuta alle nuove qualifiche si è aggiunta quella legata alle condizioni meteo, poi la safety car, poi ho preso quel cordolo. Ci voleva fortuna per vincere». Quella di David Coulthard che è arrivato dritto dritto al traguardo senza aver fatto nulla di straordinario: una gara regolare, partenza dall'11/ma posizione, sosta ai box dopo due giri e pieno di benzina. Primo alla fine, anche grazie all'iniziale ingresso della safety car, e all'errore sul finale di Montoya. La speranza, però, si chiama F2002. In effetti la vecchia Ferrari campione del mondo in gara ha fatto segnare il secondo giro più veloce (Schumacher al 27/o con 1'27"759, ad appena 35 millesimi da Raikkonen). «Questo ci permette di essere ottimisti per le prossime gare - ha detto Schumi - e ci dà modo di lavorare alla nuova macchina senza forzare i tempi». La F2003G-A a detta di tutti i tecnici ha un potenziale straordinario. «Ma la faremo correre - ha precisato il pilota tedesco - solo quando saremo certi della sua affidabilità». Non è il caso di prendere dei rischi: sarà in pista forse per Imola, forse addirittura più avanti. Nel frattempo la F2002 basta (ma, a differenza dell'anno scorso, non e avanza). Quest'anno bisogna che la squadra sappia «imparare dalla sconfitta». Che significa migliorare l'adattamento alle nuove regole, evitare «di sentirsi dei fenomeni» ribadisce Todt, e ripetere il vecchio adagio di sempre: «piedi per terra, perchè in Formula 1 ogni passo falso lo paghi». Anche, anzi soprattutto se sei campione del mondo.