A Roma

La Festa del Cinema batte il virus

Si chiude con un bilancio tutto positivo l’edizione più difficile della Festa del Cinema di Roma: un appuntamento pesantemente condizionato dal covid, ma che è riuscito comunque ad esprimersi al meglio.

Il direttore artistico Antonio Monda (che conclude il secondo mandato triennale e fa sapere che «prenderà in considerazione» un’eventuale riconferma), la presidente della Fondazione Cinema per Roma Laura Delli Colli e il direttore generale della stessa Fondazione Francesca Via possono rivendicare il successo dell’edizione più difficile segnata dalla pandemia di Covid. E lo fanno durante la conferenza stampa di chiusura.

  

Senza poter dare i numeri come gli altri anni, fanno comunque sapere che l’afflusso di pubblico è stato molto buono (Francesca Via spiega che, tenendo conto che avevamo la metà dei posti in sala rispetto all’anno scorso, la presenza di pubblico in percentuale è stata pari all’85%). Un successo della Festa, spiega Monda, certificato non solo dalle presenze. «Siamo partiti in un momento drammatico per il Paese - dichiara - e molti ci hanno detto che non ce l’avremmo fatta. Invece il Covid non ci ha fermato. Abbiamo presentato un progetto di alta qualità che ci è stato riconosciuto unanimemente. In un momento così drammatico abbiamo avuto 260 ospiti, tra stranieri e italiani e il riconoscimento del lavoro fatto da parte di grandi artisti come Steve McQueen che ha detto che è meraviglioso ciò che succede alla Festa di Roma: tutto il mondo vi sta guardando e vi prenda come esempio».

Il Covid ha condizionato la manifestazione in maniera determinante (anche dal punto di vista economico: oltre 150mila euro del budget di 3 milioni della Festa è stato speso per la sicurezza), ma non è riuscito a bloccarla. E di questo ne va fiera Laura Delli Colli. «Abbiamo avuto defezioni dovute al Covid (da Francesco Totti a Francois Ozon a Gabriele Salvatores) - spiega - ma siamo stati soddisfatti di aver promosso le sale e essere arrivati alla fine. Sapevamo che non era il momento di fare calcoli e questo ci ha spinto ad andare avanti. Il giorno più difficile? Quando abbiamo avuto la notizia che i contagi si erano impennati».