confidenze

Ecco cosa mi ha detto. Laura Pausini svela le parole di Sophia Loren

Carmen Guadalaxara

“È una grande emozione vedere in scena Sophia e poter apprezzare la sua generosità nell’interpretare una storia intensa, italiana e con un significato socialmente così importante e purtroppo ancora molto attuale. Edoardo Ponti mi ha mandato il film in anteprima, questa estate, e mi ha detto che desiderava fosse la mia voce a portare il messaggio della pellicola nel mondo. Laura Pausini, collegata da Los Angeles, confessa che con il lockdown si è sentita persa. “Invece di tirar fuori le mie inquietudini, mi sono chiesta se interessasse a qualcuno che io cantassi ancora”.

 

  

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Oggi, con la grinta di sempre, la cantante romagnola pubblica del brano "Io sì" scritto dalla stessa Laura con Niccolò Agliardi e la collaborazione di Diane Warren. Il singolo, composto in cinque versioni, è stato scelto per accompagnare il film “The Life Ahead / La Vita Davanti A Sé" che sarà nelle sale cinematografiche il 3, 4 e 5 novembre e disponibile in tutto il mondo su Netflix dal 13 novembre, ha come protagonista Sophia Loren ma soprattutto è in corsa per la nomination agli Oscar 2021. "Con Sophia – racconta Laura - ci siamo conosciute nel 2003. La nostra prima volta fu a una festa a Beverly Hills. E’ stata molto con me e ho capito che c’era molta empatia. Ci siamo riviste a Ginevra per un concerto benefico organizzato da Phil Collins. In pomeriggio è venuta a vedere le prove e abbiamo parlato tantissimo sedute in platea in un periodo particolare della mia vita in cui non riuscivo a restare incinta. Sophia è una donna italiana – continua l’artista - che quando ci definiscono gli stranieri ci vedono così. E’ materna e protettiva. A lei non piace essere definita una icona, non è logorroica come me e in una frase ci mette parole che ti accolgono. Ha sentito la canzone, le grandi star sono coinvolte in tutto e lei sta attenta a qualsiasi particolare, musica compresa. L’ho vista anche cantare questa canzone e presto ne avrete testimonianza perché nel videoclip ci sarà anche lei.  Nel brano c’è un dialogo tra due persone, sulla diversità e l’unicità e per questo mi ha affascinato. Io faccio la sua voce. Lei è madame Rosa, sopravvissuta all’olocausto che si fa carico dei figli delle prostitute. Ibrahima Gueye è Momò un giovane immigrato senegalese. Questo film affronta la solitudine da due prospettive diverse e insieme superano gli ostacoli. Ci sono comprensione, altruismo, tenerezza, cuore e cervello. Non ci sono barriere né pregiudizi razziali o culturali.  Essere unici – conferma la Pausini - significa raggiungere una libertà che ti permette di essere quello che vuoi. Quel che conta è essere unici nella vita”. La Pausini traghettata verso l’Oscar ma l’immagine della musica è quella dei “bauli in piazza”. “Viviamo nell’incertezza, ognuno ha la volontà di fare qualcosa per rimediare oltre che rispettare le regole. Avevo scritto un appello al Governo con altri colleghi italiani, non mi sembra abbiamo ricevuto una grande risposta. Le maestranze sono 570mila e possiamo prenderci cura di loro a livello personale ma non si risolve così. Nell’appello è specificato per chi chiediamo aiuto. Noi non ne abbiamo bisogno e forse neanche le agenzie ma le maestranze sì”. La Pausini tuttavia coglie l’occasione di questo incontro per ricordare l’impegno, preso sul palco dell’Ariston a febbraio in difesa delle donne. “Il prossimo impegno è Una Nessuna Centomila il concerto contro la violenza sulle donne, tema purtroppo in grande sviluppo con il lockdown. Speriamo si possa fare il prossimo 26 giugno a Reggio Emilia. Avevamo già venduto 86mila biglietti. La violenza psicologica e fisica è inaccettabile”.