Astrofisica

Ecco OGLE 2016, il maxi-pianeta scoperto nella Via Lattea

Fernando M. Magliaro

È tredici virgola quattro volte più grande di Giove e ha un nome tutt’altro che poetico: si chiama OGLE-2016-BLG-1190Lb ed è stato scoperto dagli astronomi al centro della Via Lattea, la nostra galassia. Giove pesa 317 volte la massa della Terra e ha un diametro di 10 volte più grande. OGLE 2016 è 13,4 volte più grande di Giove, 6 volte la massa di tutti gli oggetti che orbitano intorno al Sole. Insomma, un pianeta mastodontico che ha il suo Sole attorno al quale orbita a una distanza doppia di quella che separa la Terra dal Sole.  OGLE 2016 è lontanissimo: 20mila anni luce circa, al centro della Via Lattea in una zona chiamata “bulbo galattico” che ha la forma di un’arachide e dove sono concentrate più o meno 10 miliardi di stelle, ossia un decimo dell’intero totale della nostra Galassia.  Le due tecniche più diffuse per rilevare la presenza di esopianeti (pianeti posti al di fuori del nostro Sistema Solare) consistono una nell’osservazione delle micro eclissi provocate dal passaggio dei pianeti davanti i loro soli (il cosiddetto “metodo di transito”) e l’altra è la rilevazione delle piccole variazioni di colore di una stella dovute all’attrazione gravitaziuonale durante il transito davanti e dietro i pianeti (cosiddetto “metodo delle velocità radiali”) In realtà, OGLE 2016 è stato trovato con un terzo sistema: l’effetto microlenti gravitazionali che consiste nell’osservare il piccolo slancio di luminositò di una stella provocato dal passaggio di un oggetto nella linea di visuale. In pratica, l’oggetto, in questo caso OGLE 2016, si comporta come una  lente di ingrandimento deformando i raggi luminosi provenienti dal suo Sole e “tradendo” in questo modo la sua presenta rimanendo però invisibile. A oggi, sui 3700 esopianeti scoperti, sono una sessantina quelli trovati con questo metodo.  In realtà OGLE 2016 non è l’esopianeta più grande mai identificato: il catalogo exoplanet.eu ne recensisce più di un centinaio con il record di 93,6 volte la massa di Giove. Il vero nodo, però, in questi casi è che non è chiaro se si tratta realmente di un pianeta o, piuttosto, di una Nana Bruna, cioè un corpo celeste che ha una massa più grande di un pianeta ma più piccola del limite minimo perché si verifichi la fusione dell’idrogeno propria delle stelle.