Un numero verde per neutralizzare il tumore al colon Visite entro due giorni e prevenzione Le armi del Gemelli contro il cancro

C’è un rimedio al tumore del colon-retto: l’abbinamento prevenzione-diagnosi precoce. È il modo più sicuro per debellare questo male e innalzare di molto la sopravvivenza. Questo il messaggio lanciato ieri al Policlinico Universitario Agostino Gemelli di Roma dove è stata presentata l’iniziativa «Pronto a chiamare? Il Numero Verde dedicato al tumore del colon-retto», progetto che da lunedì rende operativo l’800-101-151 per ottenere, a sole 48 ore dalla prenotazione, una visita specialistica all’Unità Operativa di Chirurgia Digestiva del Policlinico. Ma non è solo questo. Gli operatori forniscono tutte le informazioni su questo tipo di tumore fungendo da guida pratica e fattiva per chi sa di essere malato, chi vuole sapere e chi intende fare uno screening. L’iniziativa è nata con il contributo non condizionante di Johnson& Johnson Medical Spa, azienda che produce dispositivi per terapie mediche e che da sempre attua progetti per il dialogo fra operatori sanitari, pazienti e associazioni che li rappresentano. A presentare il tutto, Maurizio Guizzardi, direttore del Gemelli, con Andrea Cambieri, direttore sanitario del Policlinico e specialisti-accademici dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Policlinico Gemelli: Rocco Bellantone, Preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia; Giovan Battista Doglietto, direttore Uoc Chirurgia Digestiva; Carlo Antonio Mario Barone, direttore Uoc Oncologia medica; Vincenzo Valentini, direttore Uoc Radioterapia. «Sono diverse le manifestazioni che possono mettere sul chi va là – dice Sergio Alfieri, responsabile Uos Laparoscopia in Chirurgia Digestiva Università Cattolica, Policlinico Gemelli - Se c’è del sanguinamento, se i comportamenti intestinali sono cambiati, se c’è un dimagrimento non spiegabile, è bene fare un controllo. Con questa campagna vogliamo anche educare alla salute e ai corretti stili di vita, informando». «Grandi e importanti le novità sulla cura e il trattamento. La tecnica chirurgica è sempre più mini-invasiva e precisa - prosegue Alfieri – Per il paziente meno stress operatorio e più rapido recupero. Prevenzione vuol dire colonscopia "obbligatoria" dopo i 50 anni soprattutto e anche prima se in famiglia ci sono stati casi del genere. Prevenzione e diagnosi anticipata danno un 60% di successi». Con 300.000 italiani (51% maschi) già colpiti, circa 52.000 nuovi casi (57.000 dal 2020 - al secondo posto delle neoplasie che colpiscono le donne) e 20.000 decessi l’anno, questa forma tumorale è in crescita (seconda come causa di morte), come descritto ne «I numeri del cancro in Italia 2012» dell’Associazione Italiana dei Registri Tumori e dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica. «Il grande vantaggio è che questo tumore ha una ben conosciuta linearità nello sviluppo - sottolinea Doglietto – cosa che consente a noi di operare ancora meglio. Inizia come un polipo che si può togliere facilmente con un’endoscopia. Se non si fa nulla, degenera spesso in tumore. In rarissimi casi la neoplasia nasce come tale fin dall’inizio. Il Gemelli è fra i primi in Italia nella cura di tale patologia contando su un approccio multidisciplinare alla cura del tumore del colon-retto integrando al massimo livello chirurgia, radioterapia e oncologia medica».