speranza 2026

Ora pure il Comune di Roma può abbassare le tasse. Fino a 363 euro in meno l’anno, Gualtieri batta un colpo

Filippo Caleri

Il sindaco Gualtieri ora dovrebbe battere un colpo a favore dei contribuenti. E questa volta ha tutte le carte in regola per mettere qualche euro in più nelle tasche, non più così floride, dei cittadini romani. Cifre non risolutive per entrare nel novero del cambio risolutivo di condizione sociale. Ma, a conti fatti sempre meglio che niente, se si considera che con la decisione di annullare l’addizionale Irpef introdotta nel 2010 per fronteggiare il debito monstre ereditato dal Comune potrebbe, in un solo colpo, mettere in busta paga da 72 euro in più all’anno per chi guadagna 20mila euro lordi fino ai 363 dei fortunati che guadagnano redditi complessivi annuali di 100mila euro.

Il conto preciso lo ha fatto la Fondazione consulenti del lavoro sull’ipotesi che lo 0,4% sull’Irpef sia definitivamente abrogato. Un’ipotesi non fantascientifica ma basata su dati concreti. Innanzitutto non è una novità. Perché il possibile taglio del balzello è stato annunciato, pur senza prendere impegni, dal sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, in occasione della relazione al Bilancio previsionale 2026/2028, presentata in Campidoglio lo scorso 15 dicembre. In quell’occasione il primo cittadino ha preso atto che, a seguito dello stanziamento di 548 milioni previsto dal decreto legge numero 156/2025- convertito in legge numero 191/2025 la gestione commissariale è da considerarsi chiusa. Almeno dal punto di vista delle coperture finanziare per regolare il conto con i creditori che hanno avanzato pretese di pagamento arretrate.

  

Dunque dal punto di vista contabile è venuto meno il presupposto giuridico della maggiorazione. Detto questo, è in attesa del miracolo, le ipotesi di lavoro sono assolutamente di ordine ragionieristico. I numeri parlano chiaro. Nell’ipotesi di un azzeramento secco dell’extra balzello, che passerebbe dall’attuale 0,9% allo 0,5%, il beneficio sarebbe ovviamente crescente. Si parte dalla fascia di reddito fino a 14mila euro l’anno, e cioè quella per la quale è oggi prevista un’esenzione totale dell’addizionale.

Le economie iniziano a evidenziarsi già a 20mila euro della cosiddetta Retribuzione annua lorda (Ral) con un «appesantimento» della busta paga annuale di 72 euro.
Circa sei euro al mese.

Un’inezia. Ma man mano che il compenso percepito cresce, il beneficio si allarga, e diventa 127 euro (10,58 euro al mese in più) per chi ha un reddito di 35mila euro.
Solo a titolo di esempio l’Irpef comunale in questo caso passerebbe da 286 a 159 euro. Altro caso. Chi contabilizza a fine anno una Ral di 40mila euro vedrebbe passare la sua Irpef comunale da 327 euro a 177 con un risparmio netto di 142 euro (11,83 al mese). Ancora più elevata la somma restituita dal Comune per la fascia da 50mila euro, con il passaggio dell’importo dell’addizionale da 409 a 227 euro e un beneficio di 182 annui (15,16 al mese).

A 70mila euro gli stessi importi passano rispettivamente da 572 a 254 euro (21,16 al mese). Mentre il massimo beneficio nei conti della simulazioni dei consulenti del lavoro è quella per i benestanti da 100mila euro l’anno. Per questi la tassa per Roma scenderebbe da 817 euro a 454 euro con un risparmio di 363 (30 euro al mese). Ora, come detto, gli importi sono bassi in valore assoluto ma se eventualmente cumulati con il taglio dell’Irpef statale, in vigore dall’anno che sta entrando, e che ha portato l’aliquota dal 35 al 33% per i guadagni fino a 50mila euro, il risparmio complessivo per il contribuente inizierebbe a essere percepito. In particolare per chi prende 30mila euro lo sconto totale sarebbe di 105 euro (dal Comune) più (480 dallo Stato), circa 50 euro al mese in più. Alla fine un piccolo passo per il fisco italiano, ma un grande passo verso la liberazione da una pressione tributaria che impatta ancora troppo sulla capacità di spesa delle famiglie. E in definitiva della creazione del Pil.