VIAGGIO NEL QUARTIERE
Roma, Montesacro alla deriva tra spaccio e rapine. I residenti hanno paura: “Zona peggiorata”
Da una parte i villini in stile Liberty, le costruzioni residenziali e i viali alberati; dall’altra gli insediamenti abusivi, le piazze di spaccio e la malamovida. Sono queste le due facce di Montesacro, il quartiere che si sviluppa intorno alle rive dell’Aniene, nel quadrante nord-est della Capitale. Per rendersene conto basta attraversare la zona a piedi. Le aree verdi parallele al fiume, come quelle a cui si accede da via Nomentana Nuova, sono «casa» di sbandati. È lì che gli accampamenti proliferano e che i disperati si rifugiano, costruendo giacigli di fortuna e sperando di sfuggire alle operazioni di bonifica delle anse. Nelle strade principali, invece, si annida la microcriminalità che minaccia la sicurezza dei residenti e dei commercianti. Massimiliano, proprietario de «La taverna dei briganti», in via Conca d’Oro, è preoccupato per l’escalation di violenza che ha constatato «nell’ultimo periodo». I furti, spiega, «sono all’ordine del giorno e il fiume attira senzatetto e disperati. La sera, poi, si salvi chi può. Girare può essere pericoloso». Gli fa eco Faris, un dipendente del ristorante di pesce «Dolmen», che racconta di quella volta in cui «un ragazzo straniero ha preso di mira le bottiglie e le ostriche in esposizione ed è stato necessario chiamare le forze dell’ordine».
Un punto su cui molti concordano è che nelle ore notturne, quelle in cui le strade del quartiere si popolano di giovani, è meglio non girare perché i rischi aumentano in maniera proporzionale ai delinquenti in circolazione. Claudia, una barista del locale «C1bo Project» di viale Tirreno, lo sa bene. «Quando devo tornare a casa, alle tre di notte, evito le strade buie. Mi capita spesso di vedere gente che fruga nella spazzatura o infastidisce i passanti. Se la macchina è lontana, affretto il passo e tiro dritto», spiega. Mariagrazia, proprietaria dell’erboristeria di via Gargano «Le streghe della natura», non usa mezzi termini e parla di una situazione «nettamente peggiorata», ammettendo di assistere spesso «a rapine o aggressioni» dalla porta del suo negozio. Virginio, titolare di «Wasp Store» è di poche parole, ma quando sente la parola «sicurezza» alza lo sguardo e indica le finestre: «Come vede, sono tutte rotte. La mattina, quando apriamo, troviamo un tappeto di vetri».
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Se si vuole avere il polso della situazione, però, bisogna addentrarsi nel cuore della vita notturna. Vito, direttore di «Mio Market», l’alimentari di corso Sempione è un fiume in piena: «C’è una fauna, scusi il termine ma non ne trovo uno migliore, che esce dai giardini qui davanti, entra e prova a mettersi in tasca di tutto. Il problema è che, quando li blocchiamo, diventano aggressivi e rischiamo grosso. La sera? Non permetterei a mia figlia di raggiungere piazza Sempione». Nel parco Caio Sicinio Belluto, che Vito suggerisce di visitare, c’è poca gente e qualche cartone, probabilmente lasciato dai clochard habitué della zona. Sulla panchina all’angolo siede Carlo, un residente 79enne. Indossa una tuta da meccanico e addenta il suo panino mentre racconta di quando Montesacro «era un altro quartiere. Sono nato e cresciuto qui. Vede questo parco? Un tempo era frequentato da bambini, ora è in mano agli spacciatori. Mi piange il cuore, ma devo dirlo: bisogna stare attenti, soprattutto le ragazze», scandisce. Affermazioni che, senza la testimonianza di Giulia, commessa dell’enoteca «Pallotti», potrebbero sembrare esagerate: «E pieno di brutte facce e mi sento tutt’altro che sicura», dice la ragazza, che poi abbassa lo sguardo e aggiunge: «Non voglio entrare nel dettaglio, ma una sera sono stata aggredita e la mia opinione di Montesacro è cambiata». Uno scenario che Manuel Bartolomeo, capogruppo di Fratelli d’Italia al Municipio III, ha più volte portato alla luce: «E inaccettabile che i residenti siano costretti a convivere con degrado, insicurezza e persino fumi tossici. Da anni chiediamo che l’Amministrazione si attivi concretamente e stanzi risorse adeguate per le bonifiche delle baraccopoli».