La Capitale

Il papocchio della toponomastica: Piazza dell'Alberone divisa in due quartieri

Valentina Bertoli

Una piazza spaccata a metà, con i suoi numeri civici attribuiti a due quartieri diversi, Appio-Latino Alberone e Furio Camillo. È questo lo scenario paradossale che si prefigura nel quadrante Sud-Est della Capitale e che non va giù ai residenti di piazza dell’Alberone, punto di riferimento di tutta la zona. 

Basta fare una semplice ricerca sulla nuova mappa interattiva dei quartieri presentata da Roma Capitale per constatare che quella porzione di territorio è stata scissa. Questo vuol dire che, chi abita dalla parte di via Veturia, può considerarsi un abitante di Furio Camillo e chi, invece, ha casa dalla parte di via Gino Capponi, può riconoscersi nel quartiere Appio-Latino Alberone. Un frazionamento che, se fosse confermato nella versione finale della nuova «geografia urbana», comporterebbe la separazione, almeno sulla carta, delle famiglie che da sempre sono considerate parte di un unico quartiere. Non solo. L’incongruenza scatenerebbe una vivace polemica per la differenza del valore immobiliare delle case che si trovano al di qua e al di là del confine. 

  

In effetti, sottoponendo il caso al proprietario di un’agenzia immobiliare della zona, è chiaro che «una differenza di prezzo tra Appio Latino e Furio Camillo c’è». «Gli immobili di Furio Camillo - ha spiegato - vanno ristrutturati e valgono un po’ di meno».
A certificarlo è anche il portale Idealista, secondo cui tra i due quartieri c’è una differenza di valore del 4,6%.
Nello stesso tempo, però, la zona, indipendentemente dai quartieri, rimane una delle più richieste «perché sorge su via Appia Nuova ed è vicina alla fermata della metro A Ponte Lungo. Resta quindi valido il principio per cui un’abitazione va valutata sia per la sua posizione che per tanti altri fattori, come le condizioni e la prossimità ai servizi», ha aggiunto l’agente immobiliare. «Chiediamo che l’Amministrazione verifichi la correttezza della suddivisione toponomastica e valuti la possibilità di uniformare la piazza sotto un unico quartiere, ovvero Appio Latino-Alberone, al fine di garantire coerenza territoriale, identità storica e chiarezza amministrativa», hanno scritto in una lettera i residenti. Il Municipio VII, quello di riferimento, non si è girato dall’altra parte. Al contrario, pur sottolineando che «la rimodulazione del territorio e della nomenclatura comporta quasi sempre che qualcuno non sia d’accordo», il presidente Francesco Laddaga si è detto consapevole che la spaccatura di piazza dell’Alberone «solleva una questione sia identitaria che economica». «Prima che termini l’apertura alle osservazioni sul web (il 15 gennaio 2026, ndr), organizzeremo una riunione con il responsabile dell’Ufficio Giubileo delle Persone e Partecipazione di Roma Capitale, Andrea Catarci, e cercheremo di apportare le modifiche richieste», ha anticipato il minisindaco.