Il caso

Scippi, spaccio e violenze: espulso 7 volte in due anni, ma mai rimpatriato

Attilio Ievolella

A spasso per Roma (e per il Lazio) a commettere reati. È durata quasi due anni, nonostante ben sette decreti di espulsione e contestuali ordini firmati dal Questore, a lasciare l’Italia. Questa l’assurda storia di un egiziano, di quasi 30 anni, oggi sottoposto a custodia cautelare nel carcere di Rebibbia con l’accusa di estorsione e furto. Questo però è accaduto lo scorso primo dicembre, quando il fermo è stato convalidato e lo straniero è stato messo in cella. Ma quello che ha "combinato" nei venti mesi precedenti all’arresto definitivo, ha dell’incredibile.

Il nordafricano ha colpito ripetutamente, soprattutto a Roma e in particolare nelle zone della stazione Termini e dell’Esquilino, nonostante già l’11 marzo del 2023 fosse stata ufficializzata la sua prima espulsione dall’Italia.
Al 10 marzo del 2023, difatti, risale il primo arresto, eseguito dalla "Polfer". Lo straniero si rende responsabile di «spaccio di droga» - hashish e cocaina - e di «resistenza a pubblico ufficiale» nella stazione ferroviaria "Lido di Lavinio". Ventiquattro ore dopo arrivano convalida dell’arresto e, all’Ufficio Immigrazione della Questura, il decreto di espulsione.
Addio all’Italia, quindi? Ma no.

  

Due settimane dopo, il 27 marzo 2023, l’egiziano viene riarrestato dalla "Polfer" e rinchiuso nella casa circondariale di Viterbo. Dodici mesi dopo, il 23 aprile 2024, viene scarcerato. All’uscita dal carcere di "Mammagialla" trova un invito, firmato dal Questore, a lasciare l’Italia «entro sette giorni». Invito rinnovato il 10 maggio 2024 presso l’Ufficio Immigrazione: gli vengono consegnati decreti atti a offendere». Viene denunciato dal locale Commissariato, rimanendo a piede libero. E, a quanto pare, nessuno si preoccupa del fatto che si trovi ancora in Italia. Un mese dopo trasloca a Roma. Il 23 agosto viene denunciato - sempre a piede libero -, dal Commissariato "Viminale" per «furto aggravato». Idem il 9 ottobre: denunciato a piede libero dalla Polfer di "Roma Termini", ancora per «furto aggravato». E arriva il quinto ordine a lasciare l’Italia «entro sette giorni». Ma viene "pizzicato" il 15 dai carabinieri della stazione "Quirinale" per spaccio di droga. Arresto convalidato, con obbligo di presentazione in caserma. Incredibilmente, però, viene denunciato di nuovo, il 29, sempre a piede libero, dai carabinieri del Nucleo Scalo Termini, per false dichiarazioni a pubblico ufficiale e ricettazione. E all’Ufficio Immigrazione aggiunge alla sua personale "collezione" il sesto decreto di espulsione. Ma non finisce qui. Il magrebino, sempre all’Esquilino si rende responsabile, il 14 novembre, di «furto con strappo e di porto di armi e oggetti atti a offendere»: ennesima denuncia a piede libero e settimo ordine a lasciare l’Italia «entro to di espulsione e contestuale ordine a lasciare il territorio nazionale. E siamo a due.

Identica situazione si verifica prima il 25 luglio 2024 e poi il 2 agosto del 2024. Così, l’uomo ha già quattro decreti di espulsione.
Ma è così "affezionato" al nostro Paese che decide di "fregarsene": visto che l’espulsione rimane sempre e solo sulla carta, lui continua a far danni. Arriviamo a luglio scorso, quando ad Aprilia si rende responsabile di «rissa, resistenza a pubblico ufficiale» e «porto di armi e oggetsette giorni». Arriviamo così al primo dicembre scorso: il nordafricano viene fermato per «estorsione e furto». Si aprono per lui le porte del carcere di Rebibbia. E ora siamo costretti anche a "pagargli vitto e alloggio".