Degrado capitale
Colle Oppio fa paura tra sbandati e delinquenti. "Un rischio andare al parco"
C’è una sola variabile che fa scattare lo sgombero immediato dei giacigli di fortuna che affollano Colle Oppio: il maltempo. Appena qualche goccia inizia a battere sui cartoni che usano a mo’ di letto, i clochard habitué del parco raccattano gli effetti personali e vanno a rintanarsi in qualche angolo al coperto. Poi, quando torna il sereno, ecco che l’area vista Colosseo riprende a popolarsi e la microcriminalità a «strisciare» tra il padiglione della Domus Aurea neroniana, le Terme di Traiano e quelle di Tito. In poche parole, basta un raggio di sole per permettere al degrado, alla violenza e al fenomeno dello spaccio di «mettere radici». A onor del vero, quella a pochi passi dall’Anfiteatro Flavio è una delle zone più battute dalle forze dell’ordine e i numeri ne sono la prova. Ripercorrendo la cronaca a ritroso, emerge che, da gennaio scorso, nel parco di Colle Oppio o nelle vie limitrofe sono state identificate almeno 460 persone, di cui 32 arrestate, 20 denunciate e sei espulse con contestuale ordine di trattenimento presso il Cpr di Ponte Galeria. A finire nelle maglie di polizia di Stato, carabinieri e polizia locale, sono stati soprattutto stranieri, in particolar modo nordafricani, ma anche peruviani, cileni e georgiani. I reati registrati sono per lo più furti, scippi e rapine ai danni dei cittadini che transitano nel polmone verde o detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. L’abbandono in cui versa la zona ha delle ripercussioni anche sul turismo. Chi pensa a Colle Oppio come a un’anticamera del Colosseo, non è certo esente dalle aggressioni.
Il 26 giugno scorso, per esempio, una coppia di inglesi è stata rapinata da due egiziani neo maggiorenni. I malviventi hanno sbarrato la strada ai malcapitati. Poi, con una mossa fulminea, uno dei due ha strappato una collana d’oro dal collo dell’uomo per poi fuggire insieme al complice a bordo di un monopattino a noleggio. Inseguiti dal derubato, i rapinatori lo hanno fermato tirandogli addosso un tavolo di legno. Questo, però, non ha impedito ai turisti di scattare una foto ai balordi. Sono stati alcuni dettagli estrapolati da quelle immagini a consentire agli agenti del commissariato Esquilino di incastrarli. Episodi, questi, che rafforzano l’idea di chi in quell’area non vuole metterci più piede. Come gli studenti della facoltà di Ingegneria de La Sapienza, che accedono alle aule della sede di San Pietro in Vincoli proprio da un ingresso a pochi passi da Colle Oppio. Ilaria, per esempio, racconta della volta in cui ha visto «un uomo togliersi i pantaloni e iniziare a infastidire le persone che nel parco cercavano ristoro» e ammette che, da quel giorno, ha «evitato anche solo di passarci davanti per andare a riprendere la macchina».
Non più rassicurante la storia di Matteo, un collega di corso di Ilaria. «Qualche mese fa mi è capitato di finire tardi e di camminare da solo. Stavo raggiungendo un amico in via Merulana per andare a vedere uno spettacolo al teatro Brancaccio. Un uomo mi ha preso alle spalle e mi ha minacciato, chiedendomi di dargli tutto ciò che avevo. La fortuna ha voluto che in quel momento si avvicinasse una pattuglia della polizia. L’uomo è scappato e io sono riuscito a salvarmi». Anche Lorenzo, un dottorando, è preoccupato: «Qui i clochard sono in aumento. Se di giorno vanno in giro, nel pomeriggio mettono su casa con cartoni, coperte e teli. Quello spazio potrebbe essere un sogno per chi studia qui. Sarebbe bellissimo andarci a pranzare, per esempio.
Ma chiaramente nessuno di noi lo fa. La paura vince su tutto», scandisce. Per non parlare dell’odore insopportabile che, «quando il vento cambia, invade le strade». Colle Oppio, insomma, più che l’atrio che precede il monumento simbolo della Capitale è diventato una latrina a cielo aperto e terra in mano a senzatetto e delinquenti.