Ostia
Slittato il trasloco dalle Case Armellini. Ma i palazzi crollano
Entro novembre le prime 29 famiglie su 108 avrebbero dovuto lasciare il lotto G delle case popolari di Nuova Ostia, intorno a piazza Gasparri, perché i palazzi sono a rischio crolli. A deciderlo è stato il Comune, che ha offerto alloggi alternativi a Dragoncello, ma gli inquilini non vogliono andarsene perché temono che la loro casa venga occupata e perché giudicano «fatiscenti» gli appartamenti proposti in alternativa. E in effetti, anche a causa dei lavori di manutenzione in corso a Dragoncello, i traslochi «urgenti» sono già slittati.
Novembre è passato e le famiglie che vivono nel lotto «G» delle case popolari di Ostia Lido, dentro palazzine a rischio documentato di crolli, non si sono ancora mosse da lì. Questo nonostante il 30 ottobre scorso il Comune abbia fatto recapitare agli inquilini nella buca delle lettere avvisi senza appello: lasciare «spontaneamente» l’alloggio entro 30 giorni, altrimenti si passerà allo sgombero. L’urgenza era dettata proprio dalla necessità di fare imponenti lavori di manutenzione e messa in sicurezza degli edifici intorno a piazza Gasparri, di proprietà della Moreno Estate srl, riconducibile alla galassia Armellini, ma occupati abusivamente da Roma Capitale (che paga l’indennità di occupazione) dal 31 dicembre 2012, ovvero da quando è scaduto il contratto con la società. Sembra già abbastanza paradossale così ma ora la vicenda, che Il Tempo ha seguito con un’inchiesta a puntate, si arricchisce di nuovi particolari. Come il fatto che il dipartimento Patrimonio con tre affidamenti diretti ha aggiudicato i lavori di manutenzione straordinaria da effettuare finora in nove appartamenti al civico 48 di via Petra, a Dragoncello, dove avrebbero già dovuto trasferirsi in fretta e furia le prime famiglie di Ostia Lido. Le stesse che non hanno alcuna intenzione di andarsene perché, dopo aver visto gli appartamenti proposti dal Campidoglio, li hanno bollati come «tuguri». E a questo punto forse non avevano tutti i torti.
Intanto comunque, complici i lavori di manutenzione ancora in corso in alcuni alloggi e i tentativi di venire incontro alle esigenze degli inquilini restii a spostarsi, i traslochi che dovevano essere urgentissimi sono di fatto slittati. Ora l’assessorato al Patrimonio conta di avviarli al massimo entro metà dicembre e di svuotare la prima palazzina entro questo mese, la seconda invece entro gennaio. Bisognerà capire se gli inquilini accetteranno di andarsene, visto che il loro timore principale è che la loro casa venga occupata abusivamente va avanti la querelle tra il Campidoglio e la società proprietaria degli edifici, la Moreno Estate srl, riconducibile alla galassia Armellini. Il Comune, che occupa abusivamente i sette lotti (1.041 appartamenti) dal 2013, accusa la proprietà di non aver fatto le manutenzioni previste due anni fa e in extremis si è rifiutato di firmare l’Accordo quadro che prevedeva la ristrutturazione di tutti gli edifici e un nuovo contratto d’affitto. Intanto persino gli spazi commerciali sono stati trasformati, illegalmente, in appartamenti.
Intanto però il «lotto G» diventa sempre più fragile. Dentro ci vivono in tutto 108 famiglie, 29 delle quali abitano nelle due palazzine più ammalorate e da sgomberare quanto prima, visti i rischi strutturali evidenziati da tempo sia dai tecnici della proprietà che del Comune. E a quanto pare negli ultimi tempi la situazione sta peggiorando. Il 27 novembre scorso la Moreno Estate srl ha diffidato il Comune a sgomberare gli appartamenti del lotto G «senza indugio, declinando ogni nostra responsabilità per scelte poste in essere dal Comune, nolente domino (contro la volontà del proprietario, ndr)». Ovvero far restare ancora le persone dentro casa. Il giorno prima dell’invio della diffida, trasmessa anche al prefetto Lamberto Giannini, la società scrive che «abbiamo ricevuto da una nostra ditta la segnalazione di crolli di alcuni elementi in laterizio di un solaio in una palazzina del Lotto G». Sul posto è stato subito un tecnico, il quale, «pur dando atto della messa in opera di ulteriori 400 puntelli, in una parte del garage che solo di recente il Comune ha sgomberato», ha segnalato «l’avanzamento del degrado» strutturale e «l’esistenza "di diversi distacchi del calcestruzzo su pilastri, travi e soprattutto porzioni di solaio"».