sinistra choc
La trovata della sinistra: Qr code "antifascista" sui monumenti del regime
Dieci anni esatti dopo l’uscita di Laura Boldrini, allora presidente della Camera, che propose di cancellare la scritta «Dux» dall’obelisco del Foro Italico a Roma, ora è l’Assemblea capitolina a trazione Pd-Avs-Sinistra civica ecologista a entrare a gamba tesa nella storia della Capitale con una mozione approvata ieri in Aula Giulio Cesare. L’idea è quella di «risignificare» (questo il termine usato nell’atto), con nuove didascalie collegate a Qr Code, quei «luoghi e monumenti che portano i segni del regime». Un giro di parole che nella sostanza si traduce in un concetto semplice: davanti ai marmi dell’Eur o al Colosseo Quadrato, pensati all’epoca per celebrare la grandezza del regime (proprio questo è il loro significato storico e culturale), un turista o uno studente in cerca di informazioni troverà invece descrizioni che mettono l’accento sui «valori violenti, discriminatori, razzisti e autoritari veicolati» dai monumenti.
Vietato limitarsi ad ammirarli per quello che sono, insomma, ora la sinistra romana vuole insegnarci cosa pensare. E a poco servono le rassicurazioni dei consiglieri di Sce, primi firmatari dell’atto («Non si tratta assolutamente di andare con pala e piccone a tirar giù monumenti, sarebbe un’operazione anti-storica», hanno detto, e meno male) perché il secondo punto è ancora più sibillino. «L’Assemblea capitolina impegna il sindaco e gli assessori competenti - si legge - ad affidare ad artisti e artiste contemporanee, tramite concorsi di idee internazionali, progettualità innovative di risemantizzazione e decostruzione del messaggio di propaganda fascista che prevedano la partecipazione delle persone, delle comunità, della scuola».
Qualcosa di simile si ricorda a Roma, nei tempi recenti, solo durante l’amministrazione 5Stelle, quando al Campidoglio venne in mente di ritoccare la toponomastica cambiando i nomi di alcune strade intitolate a intellettuali fascisti. Iniziativa che si rivelò un flop. E chissà se avrà un destino diverso quella approvata ieri, sotto la statua di Giulio Cesare. Che tante, del resto, ne ha viste e sopportate.