i nodi
Roma, l'Anello ferroviario così non va: i residenti della zona Nord vogliono modifiche
L’anello ferroviario di Roma torna al centro del dibattito pubblico, soprattutto nella zona Nord della Capitale, dove i residenti di Vigna Clara, Fleming e Tor di Quinto continuano a far sentire la propria voce. Migliaia di famiglie, riunite nel Comitato dei Residenti, chiedono che il progetto di completamento del tratto Vigna Clara–Tor di Quinto venga rivisto, con l’obiettivo di conciliare lo sviluppo infrastrutturale con la tutela del territorio e della salute. La richiesta principale è rivolta alla Regione Lazio, chiamata ad assumere un ruolo decisivo di mediazione con RFI. Secondo il Comitato, infatti, le modifiche proposte rappresentano un compromesso possibile e ragionevole, in grado di evitare danni irreversibili alla comunità locale.
Il nodo principale riguarda due interventi ritenuti prioritari dai residenti: esclusione della Sotto Stazione Elettrica (SSE) e delle opere civili e impiantistiche previste davanti ai palazzi di via Monterosi; interramento del tratto Vigna Clara–Tor di Quinto, con l’eliminazione della sopraelevata, una soluzione già adottata in altri quartieri romani, come dimostra l’esperienza del Pigneto. Secondo il Comitato, queste modifiche ridurrebbero l’impatto ambientale e urbanistico, mantenendo intatta la funzionalità dell’opera.I residenti ribadiscono di non essere contrari al completamento dell’anello ferroviario di Roma, infrastruttura strategica attesa da decenni. Le osservazioni avanzate – sottolinea il Comitato – non sono un atto di opposizione sterile, ma la difesa di sicurezza, salute e vivibilità. Il progetto attuale, che prevede il transito di oltre 280 treni al giorno, tra merci e passeggeri, attraverso aree densamente abitate, viene definito tutt’altro che “a impatto minimo”: il rischio di rumore, vibrazioni e potenziali criticità per la sicurezza non può essere ignorato.
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Il Comitato dei residenti insiste su un punto, non si tratta di fermare i lavori, bensì di migliorarli, seguendo l’esempio di altre aree della città dove RFI ha adottato soluzioni più sostenibili. Ridurre la vicenda a uno scontro tra chi vuole il progresso e chi lo ostacola, affermano, significa semplificare e alimentare divisioni inutili. Al contrario, la sfida è costruire una città che cresca insieme ai suoi abitanti, senza contrapporre modernità e qualità della vita. La palla passa ora alla Regione Lazio, che i cittadini considerano interlocutore fondamentale. L’appello è chiaro: inviare a RFI un messaggio inequivocabile. Le opere pubbliche nella Capitale devono essere realizzate nel segno della trasparenza, correttezza e rispetto delle comunità locali. Un’opera come l’anello ferroviario di Roma – con il suo impatto strategico per la mobilità – non può prescindere da una progettazione attenta ai territori. Ed è proprio questo il punto su cui i residenti di Roma Nord restano fiduciosi: trasformare un’infrastruttura necessaria in un progetto sostenibile, che non lasci indietro nessuno.