escluso Il Tempo perché “sgradito”

Il Tempo sgradito al Campidoglio: in Giappone solo quotidiani “amici” con i soldi pubblici

Matteo Vincenzoni

Ma davvero il sindaco Roberto Gualtieri è volato fino a Osaka, in Giappone, per raccontare al mondo che il grande obiettivo della sua amministrazione - se mai ci sarà un Gualtieri bis - è rendere il Tevere balneabile in cinque anni? Ce lo stiamo chiedendo ormai da due giorni e non riusciamo davvero a capire quale potesse essere l’obiettivo di questa "sparata". Forse raccontarla talmente grossa da conquistare le prime pagine di tutti i giornali del mondo? Se è così, «chapeau», come dicono i francesi, che per rendere balneabile la Senna hanno speso oltre un miliardo di euro. Perché Gualtieri ci è riuscito. È chiaro l’impatto mediatico che ha avuto: una grassa risata planetaria con battute sarcastiche e associazioni - come il paragone del Tevere al Gange (notoriamente una fogna a cielo aperto) - che non fa bene alla Capitale e all’immagine di una città che vive di turismo.

 

  

 

La visita del primo cittadino all’Expo di Osaka, coincisa l’altro ieri con la giornata dedicata dall’Esposizione alla Capitale, avrebbe certo meritato un’eco diversa sui media, anche per il fatto che Roma sta ospitando un Giubileo per il quale si è rifatta il look mostrando sotto una nuova luce tante delle sue bellezze. Eppure, nemmeno i giornalisti delle fortunate testate che il Campidoglio ha invitato, a sue spese, in Giappone, hanno trovato di meglio che scrivere, se non della "sparata" - così verrà ricordata dai posteri - sul sogno di vedere qualcuno, tra cinque anni, tuffarsi allegramente all’Isola Tiberina o dalle parti di Ponte Milvio. Testate "amiche", è bene sottolineare, che lo staff del sindaco ha evidentemente pensato di poter utilizzare come "claque" e che, siamo sicuri, siano rimaste scioccate, così come lo siamo stati noi, dall’annuncio fatto dal sindaco. Noi de Il Tempo, per la cronaca, non siamo stati invitati. Noi che questa città la raccontiamo puntualmente ogni giorno, siamo rimasti a piazza Colonna, contenti, visto il risultato della trasferta nipponica, di aver fatto risparmiare qualche soldo ai romani. E tra quelle testate "amiche" a cui Gualtieri ha deciso di pagare il biglietto ci sono anche quelle che, a maggio di quest’anno, hanno attaccato l’amministrazione regionale guidata dal presidente Francesco Rocca per aver esagerato con gli inviti, in occasione del suo viaggio all’Expo di Osaka. Solo che Rocca, a differenza di Gualtieri, portò con sé i consiglieri regionali, non i giornalisti. Chissà se anche questa volta leggeremo approfondimenti sul costo di voli intercontinentali, pernottamenti, pranzi, cene e spostamenti della delegazione capitolina.

 

 

Ma torniamo al Tevere balneabile, perché non può certo finire qui. Se c’è una cosa che mette d’accordo tutti i romani è la possibilità di utilizzarne a pieno le potenzialità. Un sentimento comune, ben riassunto da Carlo Verdone in una celebre battuta del film "Gallo Cedrone". E un sogno certamente più alla portata di quello che ha accompagnato il sindaco Gualtieri sull’aereo, è quello di rendere il fiume navigabile. Un progetto che molti suoi predecessori hanno inseguito. Tra gli ultimi Gianni Alemanno (sindaco di centrodestra), il "marziano" in bicicletta Ignazio Marino (centrosinistra), la pentastellata Virginia Raggi. Proprio quest’ultima, passata poi alla storia come il sindaco che voleva vedere la città dall’alto di una funivia, è quella che si è spinta più in direzione di un fiume utilizzabile come via di trasporto. Uno studio di fattibilità che parla di qualcosa come 300 milioni di euro, una cifra molto inferiore a quella che bisognerebbe spendere per rendere inoffensiva l’acqua del Tevere e prima ancora quella dell’Aniene, maggiormente responsabile dell’attuale inquinamento del fiume. E da qui, da Roma, noi che a Osaka non ci siamo andati e a cui piace scorrazzare da un quadrante all’altro della nostra città raccontando questa e pure quell’altra difficoltà che ogni giorno devono affrontare i cittadini, ci permettiamo di suggerire al sindaco e a tutta l’Amministrazione di ragionare, per il futuro, su obiettivi più a portata di mano, soprattutto a portata delle mani dei romani. Anche perché domani il Campidoglio non potrà contare sui fondi per il Giubileo e nemmeno su quelli del Pnrr. Non vorremmo che il sindaco Gualtieri, con progetti costosissimi e a lungo termine, perdesse il piacere di inaugurare un giorno sì e l’altro pure questa o quell’opera pubblica.