imprenditori e funzionari pubblici
Roma, indagine per corruzione: "Mazzette per evitare i test sugli ascensori"
Documenti falsificati e funzionari corrotti per mascherare la scarsa o assente manutenzione degli ascensori con cui si muovono quotidianamente soprattutto le famiglie che abitano nelle case popolari: è questa la base del sistema finito al centro della maxi inchiesta, conclusa dalla procura di Roma, che ha messo nel mirino annate di appalti truccati. Come riporta Repubblica, le accuse sono di corruzione, falso e truffa e sotto la lente d'ingradimento ci sono sia imprenditori del settore degli elevatori che cinque funzionari pubblici. I dipendenti pubblici sotto inchiesta sono Francesco Favero, in servizio al dipartimento Sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana (Simu) del Campidoglio e i colleghi Gianni Polimanti, Franco Pietropaoli, Alessandro Sbardella e Arnaldo Di Cicco, quest'ultimo tecnico del X Municipio.
A coordinare l'indagine, invece, sono il procuratore aggiunto Giuseppe De Falco e il pm Carlo Villani. Secondo quanto riporta il quotidiano, nel periodo tra maggio e giugno 2022, furono assegnati quattro lotti di appalti milionari per la manutenzione degli ascensori pubblici. In cambio di tangenti in contanti, i funzionari pubblici accettavano di essere meno meticolosi sui controlli e poi rilasciavano attestazioni false sulla regolarità della manutenzione. Per comprendere il metodo usato, è significativo evidenziare quanto accaduto ai tre impianti elevatori di via Madre Teresa di Napoli, nella periferia Est di Roma. Lì nessuno ha visto mai operai, ma dai documenti risulta tutto sotto controllo.