CAOS TRASTEVERE
Roma, le folli notti di Trastevere tra droga, risse e degrado. Movida senza regole
| Il destino toccato allo storico rione di Trastevere è del tutto particolare e, diciamolo, anche abbastanza triste. Considerato un po’ da tutti turisti - ma pure romani - il luogo del divertimento per eccellenza della Capitale, oggi il quartiere versa in condizioni critiche a dire poco. Tra movida selvaggia, spaccio, vive una generale sospensione delle minime regole di convivenza civile, che lo hanno reso, come efficacemente detto da Simonetta Marcellini, presidente del Comitato Emergenza Trastevere, «una zona franca dove tutto è concesso». «Io qui ci sono nata e ci vivo - racconta - e lo stesso i miei genitori prima di me, e vi assicuro che una situazione del genere non si era mia vista. La vita di chi abita qui è diventata letteralmente impossibile». Già, perché Trastevere non è solo un divertimentificio, come certa narrazione lo vorrebbe far passare, né il rione della gentrificazione turistica totale, fatto di bar, locali, discoteche ad uso e consumo del visitatore mordi e fuggi. Anche se sempre più trasteverini stanno abbandonando il campo, trasferendosi dove la vita è più "normale". «La verità - continua - è che a noi residenti hanno tolto tutto: dove c’erano negozi di prossimità, parcheggi, piazzette, oggi ci sono solo locali da somministrazione, con tutto ciò che ne consegue. Normale dunque che molti se ne stiano andando, ovviamente affittando le proprie case. Ma lo spopolamento è una conseguenza di tutto questo, non la causa, come qualcuno vorrebbe far credere».
Il tuo browser non supporta il tag iframe
A Trastevere, secondo Simonetta, ormai manca un po’ tutto, compreso un presidio del territori efficiente e datto alla situazione odierna: «Ormai la movida si è spostata dalle classiche zone del quartiere, per approdare in stradine laterali e meglio nascoste, dove succede davvero di tutto - sottolinea -. In questo senso, i presidi fissi delle forze dell’ordine, come quelli di Piazza Trilussa e Santa Maria in Trastevere, risultano obsoleti. Presidi mobili credo sarebbero più efficaci». Ed in effetti ultimamente sono proprio le zone meno visibili o quelle meno battute ad offrire nuove opportunità alle nottate trasteverine: dalle scalette della Salita Monte Aureo, passando per via Luigi Masi, fino alla scalea del Tamburino, il grande fiume della mala movida si è ramificato in tanti piccoli torrenti, meno visibili e più difficili da controllare.
«Nei vicoli e nelle stradine si verificano le cose più gravi - conferma Marcellini -. Sesso in mezzo alla strada, risse, schiamazzi, musica a tutto volume e, ultima novità, fuochi d’artificio. Li lanciano ogni notte, spesso e volentieri contro le finestre dei palazzi. Cosa dovrebbe fare chi abita lì se non trasferirsi altrove, dove magari la notte riesce a dormire?». A completare un quadro che non si può definire che fosco, c’è lo spaccio di droga, sempre fatalmente collegato a scenari di questo genere. «Siamo arrivati ad un livello tale - spiega ancora - che qui lo spaccio non è neanche più relegato alle ore notturne, ma è diventato 24 ore al giorno, non stop, dalla mattina a quella del giorno dopo. Non c’è zona del rione immune a questa dinamica. Un disastro, insomma». «Quello che manca di più a me e a molti altri residenti che resistono conclude amaramente Simonetta è poter uscire di sera a fare una passeggiata o a prendere un gelato. A Trastevere persino cose così apparentemente ordinarie, sono ormai diventate impossibili. Ma io non mi arrendo e resterò qui a fare la mia parte di cittadina e trasteverina».