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Marmitte rubate a Roma, ladri scatenati: cosa c'è dietro ai furti

Claudio Querques

Se in lontananza sentite qualcosa che somiglia al rombo di un Boeing 797 ma sulla strada vi viene incontro solo un'utilitaria non ci sono dubbi: i marmittari hanno colpito ancora. Rapidissimi, agiscono in coppia. Uno resta al volante, l'altro entra in azione. Raramente sono in quattro e in quel caso viaggiano su un pulmino: In una sola notte riescono a portare via decine e decine di marmitte, una catena di smontaggio. Un'auto dopo l'altra, strade, piazze, purché buie, possibilmente isolate, meglio se a senso unico perché più facili da controllare.

Ma se fino a qualche tempo il problema era riconducibile ai decibel in eccesso e ai danni materiali ora sono gli effetti collaterali a preoccupare. A molti automobilisti per risparmiare viene proposto infatti l'acquisto di marmitte prive di catalizzatore. Costano meno ma inquinano come vent'anni fa. E con piccoli stratagemmi, rivolgendosi ad officine «consigliate, si superano i controlli previsti a scadenze fisse dal codice delle strada. Basta pagare 30 euro in più per una revisione «taroccata».

  

Sconto ulteriore per chi paga in contanti. Nei giorni scorsi è toccato al quartiere Ardeatino; prima erano stati presi di mira Tor Marancia e Monteverde: i raid dei marmittari si susseguono in tutta la città. Se fino a qualche tempo fa, dicevamo, il danno si limitava al furto della marmitta, che pure è una bella scocciatura e comporta costi anche elevati, il problema ora è un altro. È l'illegalità a cascata che un furto del genere scatena. L'acquisto di una marmitta inquinante, la revisione taroccata, il mercato nero. I furti a ripetizione di questo componente così essenziale per lo smaltimento corretto delle emissioni non sono una novità. Già da qualche anno le marmitte sono state prese di mira dalla micro-criminalità. Non esiste una statistica, chi non è assicurato quasi mai denuncia. Gli agenti delle Volanti e i carabinieri che abbiamo avvicinato in via confidenziale ce lo confermano: «Pattugliamo le strade e quando li becchiamo in flagrante li arrestiamo... facciamo quello che possiamo. Li hanno presi di recente al Flaminio.

A Napoli tempo fa un ladro di 40 anni morì schiacciato dall'auto che stava saccheggiando: il crick aveva ceduto». Tenere sotto sorveglianza un'intera città è impossibile. Chi non ha un garage non vive sonni tranquilli. I marmittari - come li definiscono i romani che hanno questo modo tutto loro di catalogare certe «attività», tipo i «parafangari», ovvero gli avvocati che trattano con le assicurazioni per gli incidenti lievi - sono ormai una figura temuta. Si sono moltiplicati da quando il valore dei metalli nobili contenuti all'interno delle marmitte è salito vertiginosamente. L'aumento dei costi delle materie prime ha avuto un riflesso immediato in campo criminale. I catalizzatori contengono piccole quantità di palladio, platino e rodio che se rivenduti valgono centinaia di euro al grammo, prezzi che variano a seconda delle quotazioni del momento. Il recupero prevede la frammentazione e la separazione magnetica dei metalli. Non è una roba da dilettanti, insomma. Un nuovo convertitore catalitico può costare più di 500 euro.

Se a questo aggiungiamo la manodopera e i danni collaterali, bulloni spezzati, sonde portate vie, paraurti divelti o ammaccati, capirete perché chi subisce un furto di questo genere possa imbufalirsi e magari farsi convincere a sostituire la marmitta con un modello fuori commercio che i ladri non porteranno mai via. L'unico modo per difendersi è montare un blocco che ostacola il furto ma non lo impedisce. Costo: ulteriori 80 euro. Euro 4, euro 5, euro 6 sono i modelli più presi di mira. Le Smart quelle che fanno più gola. Il momento peggiore per il derubato è l'accensione. Giri la chiavetta dell'accensione e dal vano motore si leva un rumore assordante. Non siete su un Boeing, non dovete allacciarvi le cinture ma solo aprire il portafoglio.